Lo stratega vuole colpire ancora: polemiche, scelte discusse, posizionamenti di comodo. Matteo Renzi, dopo aver governato l’Italia con un mandato formale, da tempo velatamente ne disciplina alcune dinamiche tra istituzioni e Parlamento. Qualcuno potrà continuare a ripetere che sia un cialtrone, ma con un occhio critico, privo di favori o pregiudizi, non si può che apprezzarne l’intelletto politico. D’altronde, non c’è peggior cieco di chi fa finta di non vedere.
L’ultima mossa della volpe fiorentina è stata l’improvvisa nomina a direttore editoriale del quotidiano Il Riformista: un giornale storicamente ultra garantista, liberale fino all’osso e democratico. Polemiche sulla sua figura moralmente incompatibile con la direzione di un giornale a parte, che anche in questa sede una settimana fa abbiamo sottolineato, da ieri la strategia risulta ancor più evidente. Difatti, è stato svelato il direttore responsabile: Andrea Ruggieri, ex parlamentare di Forza Italia, ancora molto vicino al partito nelle relazioni e stimato dalla maggior parte dei membri. Tuttavia escluso dalle liste elettorali.
Con le precarie condizioni di salute di Berlusconi, la tattica di Renzi è sottile: da un lato sfruttare Calenda per gonfiare i consensi (la somma è sempre più grande del singolo numero), dall’altro servirsi della tribuna politica del Riformista per avere un’eco in politica. Ruggieri potrebbe essere un ottimo aggancio per calamitare Forza Italia a sé. Se in un nuovo progetto, con o senza Azione, o nella stessa Italia Viva, che Renzi stenta a sciogliere, non si sa. Ma l’ex berluscones è l’uomo migliore al momento giusto: per quanto appena scritto e anche perché, in fondo, è anch’egli un liberale autentico e un garantista.
Oseremo, ma lo diremo: prima che occuparsi di “riforme” legislative, Il Riformista aiuterà Renzi a riformare la politica. Per l’ennesima volta.