Bola Tinubu vince le elezioni in Nigeria, ma la popolazione protesta e l’opposizione richiede l’annullamento dei risultati.
Le elezioni in Nigeria del 25 febbraio si sono concluse con la vittoria di Bola Tinubu: l’esponente del Congresso di tutti i progressisti (APC) viene nominato quinto Presidente del Paese.
A concorrere alla carica erano in tre: Abubakar del Partito democratico popolare, Obi del Partito laburista e lo stesso Tinubu, il quale si è dimostrato essere il favorito per succedere all’attuale Presidente Muhammadu Buhari, che a maggio concluderà definitivamente il suo secondo mandato.
L’epilogo
Quale sarebbe stato l’epilogo di tale corsa alla vittoria non era ancora ben chiaro, dal momento che, per ottenere l’incarico, il candidato necessita di raggiungere la maggioranza dei voti, di cui un quarto in almeno 24 dei 36 Stati.
Ciò nonostante, il vincitore ha conquistato il podio con un consenso del 36%, battendo così i suoi avversari.
Se in vista della grande notizia si prospettavano festeggiamenti, a oscurare le circostanze ci ha pensato l’opposizione che, appoggiata da un’ampia fetta della popolazione, ha richiesto l’annullamento dei risultati denunciando brogli elettorali.
Si sono mostrati profondamente delusi coloro i quali avevano espresso la propria preferenza per Obi, sessantenne cristiano, che rappresentava un’ottima alternativa non solo per i giovani del Paese, ma anche per i cristiani che costituiscono la maggioranza in 17 Stati della federazione.
Ma per quale motivo si parla di brogli elettorali?
La gestione delle elezioni ha dimostrato non poche falle nel sistema.
Al centro della polemica è stata posta l’amministrazione del voto elettronico, utilizzato per la prima volta al fine di garantire una maggiore rapidità nell’ottenimento dei risultati. La popolazione avrebbe dovuto visionare in diretta streaming l’esito delle elezioni, invece è trascorso molto tempo prima che venisse annunciato pubblicamente il tutto.
Per di più non passano inosservate le diverse manifestazioni di protesta in molteplici zone del Paese: i cittadini hanno contestato che in alcuni seggi elettorali il voto gli sia stato impedito da violenze e atti intimidatori. Si conteggiano ben 6 milioni di schede elettorali non raccolte, ma la Commissione elettorale nazionale indipendente ha negato prontamente qualsiasi atto di illegalità.
Un altro dei motivi per cui le critiche si sono diffuse tra la popolazione riguarda la questione religiosa: secondo una consuetudine non scritta, a un presidente musulmano si ritiene opportuno ne sussegua uno cristiano, e viceversa.
Di conseguenza, la vittoria del musulmano Tinubu ha interrotto l’alternanza prevista.
Le decisioni in corso
Negli ultimi giorni la fiamma della polemica continua a bruciare.
Le elezioni per il governatorato e le assemblee statali in Nigeria dall’11 marzo sono slittate al giorno 18: la causa è dovuta alle ultime decisioni della Commissione elettorale.
Infatti, a seguito delle accuse di broglio da parte dell’opposizione, l’Inec ha ricevuto il permesso da parte della giustizia nigeriana di riconfigurare i computer utilizzati per i voti presidenziali.
Al momento lo sconforto dei cittadini nigeriani è forte e la possibilità di migliorare la crescente inflazione e i continui conflitti religiosi sembra essere ancora lontana.