Ride the Lightning: Il ritorno dei Lacuna Coil, la band priva di paura

Il 2019 è, e sarà, l’anno dei grandi ritorni nel panorama rock e metal. Sono molte le band impegnate nella realizzazione di nuovi progetti e, tra queste, vi sono i Lacuna Coil, un gruppo da anni fra i pilastri di questi generi. Un percorso, il loro, caratterizzato da tante insidie e fattori antagonisti alla propria affermazione.

Infatti, nonostante una caratura importante, sono molti i “detrattori” della band italiana; proprio i confini nazionali hanno da sempre rappresentato una zona nevralgica per il loro status.

Tutto ciò, però, è stemperato da una grande considerazione nel resto del mondo, special modo in Sud – America, dove il metal è un genere di riferimento.

Incredibile come da noi vi sia uno scetticismo perenne su una band rispettata e stimata dai più grandi esponenti del panorama musicale.

Fra i tanti traguardi raggiunti, da segnalare, la partecipazione ai maggiori  festival metal del mondo, su tutti l’ “Ozzfest”, dove nel 2006 stabilirono un record molto importante, difatti Cristina Scabbia (front-woman) è stata la prima donna ad esibirsi al prestigioso evento organizzato da Ozzy Osbourne.

I Lacuna Coil, nel corso della loro carriera, si sono da sempre dimostrati come un gruppo aperto ad una pluralità di soluzioni; mentalità propositiva e innovativa.

Il loro coraggio li ha spinti verso scelte difficili e piene di insidie, ma queste situazioni non hanno fatto altro che giovare e plasmare la band, consentendo di edificare un’ “intelaiatura” forte e ben precisa.

Ogni album presenta tratti somatici radicalmente diversi, e questo ha permesso di arrivare ad una diversificazione di prodotto, su cui tante altre band non possono contare.

Cercando di ipotizzare il contenuto del prossimo album, possiamo partire dalle parole degli stessi componenti del gruppo, che più volte hanno ribadito la “pesantezza” del prossimo lavoro, riprendendo da dove si era lasciato con “Delirium” (2016).

Il tutto è sotto la direzione di Marco Coti Zelati, che oltre ad essere il principale compositore della band, risulta uno dei migliori bassisti in circolazione, capace di dar volume ai brani come pochi altri.

Peculiarità importante dei “Lacuna” è anche saper utilizzare al meglio le proprie capacità. Le risorse di cui dispongono, infatti, sono impiegate in modo impeccabile: dalla voce di Cristina Scabbia, al doppio pedale di Ryan Blake Folden alla batteria, passando dai riff di chitarra di Diego Cavallotti e all’impeto di Andrea Ferro (voce maschile).

L’attuale formazione, caratterizzata dall’ingresso di Cavallotti e Folden, permette di puntare a lavori più massicci e “crudi” rispetto al passato, dove si tendeva ad una strada più melodica.

Da ricordare l’evento “Bologna Sonic Park” del 27 giugno, dove i Lacuna Coil suoneranno insieme ad altri grandi esponenti metal e si segnerà il ritorno in Italia degli Slipknot.

Non ci resta che attendere la realizzazione del prodotto, per goderci l’operato di una band che va rispettata per il grande percorso effettuato, impregnato di fatica e coraggio.

La chiusura di questo approfondimento vuole invitare ad una riflessione: spesso si sostiene, in Italia, di come la nostra musica non venga apprezzata al di fuori dei confini nazionali; una constatazione che va puntellata.

Il problema non è di apprezzamento, ma di “arrivo”; come possiamo pensare di arrivare nel resto del mondo, se poi da noi vi è una critica costante e spesso ingiustificata, verso le realtà emergenti?

Questo non è un problema che ha toccato in senso stretto i Lacuna Coil, data la loro reputazione, ma che sicuramente con loro affiora e merita di essere analizzato.

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