Partiamo da un assunto: se nella società di oggi non ti mostri in qualche modo controcorrente, hai poche chances di successo. Se sei una donna e non ti metti a nudo, in modo figurato o semi-reale, non puoi essere una femminista che combatte veramente in favore dei diritti delle donne.
Viene da pensare a Elena Sofia Ricci, che l’altro ieri a Sanremo è scesa con un vestito lungo, elegante, scuro. Senza le scritte degli “haters”, che pure lei avrà e anche a lei rivolgeranno qualche aggettivo poco gentile, senza vestiti anatomici ricostruiti secondo il corpo nudo di chi li indossa, senza la superbia di potersi affermare come “colei che è in prima linea”. Senza tutto questo, è comunque risultata efficace e brillante.
Chiara Ferragni si è commossa durante una lettera/monologo rivolta a lei, mentre parlava di lei. Se non fosse per la banalità della morale, l’autoreferenzialità non sarebbe un grave problema. Con essa Chiara ha costruito carriera e successo, se potesse servire davvero ad accrescere positivamente il dibattito sui diritti delle donne, gliela perdoneremmo. Ne è uscita, invece, una retorica falsa, che raccontava, tra i vari casi, le difficoltà di essere genitori, senza specificare che (grazie ai suoi meriti) lei è una madre molto più fortunata di tante altre e i suoi problemi, giocoforza, sono relativi.
La verità è che oggi è facile andare controcorrente e professarsi anti conformisti. Lo è poiché nessuno, o quasi, ti mette davvero i bastoni tra le ruote. I maggiori diritti sociali e civili, oggigiorno dati per scontati, sono frutto di rivendicazioni costate care, di battaglie dure, di donne coraggiose a tal punto da sacrificare la propria vita in favore dei diritti dei posteri. Scoprire le gambe su Instagram e scrivere frasi del tipo “nessuno mi può giudicare”, in fondo, non è così difficile; così come non lo è apparire di schiena con la scritta evidente “pensati libera” – “sii libera” forse sarebbe stato meglio.
Senza restare troppo legati ai miti del passato, non bisognerebbe però neppure dimenticare donne come Carla Lonzi, o Nilde Iotti, che nella vita hanno combattuto lotte sociali in tempi ben più difficili. A loro il nostro pensiero, con l’augurio di mille altri successi a Chiara Ferragni, ma anche con l’auspicio di un poco di umiltà.