Verba manent: la bidella sul treno

Ogni tanto sulla stampa italiana spunta una notizia strappalacrime, che dovrebbe muovere a compassione chi la legge e sensibilizzarne la coscienza. Stavolta la protagonista è una bidella, la cui storia è stata largamente diffusa sui principali quotidiani; storia che, tuttavia, ha dell’inverosimile. 

La signora, bidella di ruolo in una scuola di Milano, racconta che il prezzo degli affitti nel capoluogo lombardo è troppo alto, dunque fa una scelta di forza: tutti i giorni prende il treno alta velocità da Napoli per andare a Milano a lavorare. “Il treno costa meno dell’affitto”, dice. Nove ore di viaggio tutti i giorni, perché “per una stanza singola servono 650 euro al mese”, a fronte del suo stipendio di circa 1.100 euro. 

Mossi da un pizzico di innata curiosità, possiamo verificare gli abbonamenti mensili dell’alta velocità Napoli/Milano. Troveremo che la cifra più bassa è pari a 1096 euro, l’alternativa è 1171 euro (simulazioni relative al mese di febbraio 2023). 

Quindi o la signora, un anno prima dell’anno scolastico che verrà, acquista singolarmente ogni biglietto per circa 300 giorni di lavoro – e qui sta l’inverosimile – oppure questa storia è il classico racconto da copertina. 

Una cornice che vuole mettere in evidenza l’ennesima disparità tra nord e centro/sud, provando a descrivere Milano come una città troppo cara e inadatta a tutti. La verità è questa. Milano è una città con mentalità europea in Italia, un unicum per sviluppo e progresso, una realtà che guarda ai modelli extra-europei. Una stanza costa tanto, ma i prezzi delle sue competitor, come Londra e Parigi, non sono da meno. 

Perciò smettiamola di piangerci addosso e proviamo a imitare i modelli che funzionano. Senza inventare storie facilmente confutabili né provare a farsi compatire. Non c’è peggior modo di vivere se non quello di campare per farsi asciugare le lacrime dagli altri. 

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