La vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, è stata destituita dopo esser stata travolta dallo scandalo Qatargate. La richiesta della Conferenza dei presidenti dell’Eurocamera è stata accolta all’unanimità in mattinata, anche se lei tramite il suo avvocato continua a dichiararsi innocente ed estranea ai fatti.
Inizia il totonomi per la sostituzione di Kaili: in pole position si troverebbe Raphael Glucksmann, conosciuto per le sue posizioni intransigenti che potrebbe far comodo alla famiglia di S&D per resuscitare dalle accuse e sarcasmi degli avversari. Infatti, è in prima fila alla guida dell’intransigenza chiedendo una linea dura e decisa verso una commissione d’inchiesta e verso la sospensione immediata di tutti quelli coinvolti nello scandalo.
Alcune ammonizioni per la faccenda vengono direttamente dal presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, che viene addirittura fischiata in aula dopo aver definito lo scandalo “né di destra né di sinistra”.
L’occasione si fa sempre più ghiotta
Volgendo lo sguardo in casa nostra, alcuni politici non hanno atteso per sferrare attacchi mirati. Come il leghista Marco Zanni, che ha colto l’occasione per saldare i conti con alcuni dei colleghi che hanno fatto da paladini della giustizia contro le ingerenze straniere. Ha presentato addirittura una reportistica di tutte le accuse ricevute.
Lo scandalo si presenta ghiotto persino per il premier ungherese Viktor Orban che, in tono sarcastico su Twitter, scrive così: “E poi l’UE si preoccupa della corruzione in Ungheria…”
In fin dei conti, una questione così intricata e così politica non può non essere strumentalizzata anche dai partiti nazionali. Dal punto di vista processuale, si attendono certezze giuridiche; la lotta politica, però, è già iniziata.