Non tradisce mai il grande genio di Lev Tolstoj, maestro assoluto del romanzo, così come lo amiamo nella sua forma “classica”, capace di appassionare intere generazioni. Attento indagatore dell’animo umano, ogni opera di questo celeberrimo scrittore russo ci coinvolge, facendoci entrare completamente nella storia, vivendola addirittura, così che, immedesimandoci nei personaggi, riusciamo a condividerne i tormenti, le gioie e le passioni.
“Anna Karenina” ci racconta la storia di una nobildonna, sullo sfondo della Russia di fine 800, con tutti i problemi e le contraddizioni del vivere in una società che si affaccia alle soglie della modernità con i retaggi, gli immobilismi, le strutture sociali ed economiche ferme praticamente al Medioevo.
Anna è una donna che si fa amare da subito, volitiva, passionale, dotata di una spiccata personalità, è un’eroina non solo del suo tempo, ma di ogni epoca, un’eroina classica e“moderna” allo stesso tempo,se così possiamo dire, se intendiamo con questo termine ciò che rispecchia il nostro sentire,ma non tramonta mai, perché riguarda gli uomini di ogni tempo, in ogni società, perché esprime ciò che l’uomo ha di più profondo, ciò che, rispetto all’epoca in cui è stato espresso, è qualcosa condannato dalla moltitudine e compreso da pochi, solo dalla parte più “progressista” della società del tempo.
Il romanzo si apre subito con un problema urgente da risolvere, in una girandola di storie, tradimenti, amori, sentimenti e passioni in primo piano, sentimenti veri, ipocrisie, perbenismo, l’autore analizza l’animo umano, l’ipocrisia del vivere in famiglia, in società, nascondendo i veri sentimenti, accettando i compromessi.
Come dicevamo, Lev Tolstoj si rivela un acuto conoscitore dell’uomo nella sua totalità, della sua psiche e dei sentimenti, un indagatore che non si ferma alla superficie delle cose, ma scava nel profondo di ognuno. Anna e l’ufficiale Karenin, a cui è legata da un matrimonio combinato e infelice, Vronskj, l’amante di lei che sconvolgerà la sua vita e la vita della sua famiglia, Stiva il traditore e la moglie Dolly, Kitty e Levin sposati felicemente, dopo un inizio drammatico e non facile,solo per citare alcuni dei suoi personaggi, ci rivelano le loro paure, angosce, desideri, sono messi come a nudo da uno scrittore formidabile. E, sicuramente, anche il nostro autore, come la protagonista del romanzo, sente il peso del vivere in una società in cui le passioni devono essere nascoste, i sentimenti sacrificati al dovere, i tradimenti accettati , in un’ipocrita società dove ciò che conta è alla fine solo salvare le apparenze. Tolstoj è diviso tra una vita fatta di semplici cose e affetti e la trepidazione, l’agitazione, l’inquietudine di vivere al di fuori e al di sopra delle regole, che tormenta Anna Karenina.
Sullo sfondo l’immobile società russa, che neanche nemmeno immagina lo sconvolgimento che si troverà a vivere solo tra qualche decennio.
Nel romanzo non mancano gli affetti sinceri, le famiglie felici, le coppie innamorate, e sono loro che ci danno una speranza, ma Anna no, Anna va incontro al suo destino, infelice e sconfitta per aver osato sfidare le regole della società del tempo, la sua vita e la sua storia continueranno però ad affascinarci e a incantare, spero, molti lettori ancora nelle generazioni che verranno.
A me non resta che concordare pienamente con l’autore quando nell’incipit del romanzo, uno dei più celebri di tutti i tempi, afferma: “Le famiglie felici si somigliano sempre l’una con l’altra, ogni famiglia infelice lo è a suo modo”.
Il significato del romanzo è importante perché nella vita si deve essere felici trovando la persona giusta il lavoro giusto, la società chiusa ti rende “malata” di un malessere creato dagli uomini anche dal governo, perché la società si rende “malata” quando non è governata da persone che amano la società felice, per felicità cosa si intende? Si deve essere felici apprezzando la vita di quel che si ha, viverla nella luce cristiana per camminare nella felicità.
Non credo che il significato stia che la felicità sta nell’ accettazione di cosa si ha… E buona pace di tutti…al contrario non esiste definizione di felicità…ma quella di esprimere se stessi sempre e comunque qualcunque cosa questo comporti