Il Giano bifronte dell’editoria
Le fiere del libro come Più libri più liberi sono eventi in cui il mondo dell’editoria, da realtà quasi intangibile il cui vero scopo è quello di scomparire dietro alla compiutezza e all’autonomia dei suoi prodotti, si fa per una volta luogo, spazio e tempo in cui poter intervenire e mettersi in mostra o, in una parola, svelarsi.
In fiere come questa l’oggetto-libro rivela, infatti, il suo valore di prodotto, di effetto finale di un processo che, per formarsi, ha bisogno dell’impiego di un’infinità di mani, menti e cuori appassionati, nonché del richiamo alle strategie e ai meccanismi più svariati.
Uno di questi meccanismi, uno dei più propri dell’editoria, è quello per cui il mercato editoriale promuove contenuti che sono effetto di ciò che l’educazione culturale favorisce di volta in volta, ma anche la causa essi stessi di ciò che la cultura e l’educazione, di rimando, assorbiscono e fanno propri. In questo disporsi opaco delle cause e degli effetti sul piano di ciò che l’editoria, in quanto Giano bifronte dal cuore puro e dalle aspirazioni mercantili, deve e può fare.
Difatti, è da sempre uso degli editori – quantomeno dei più illuminati – cercare di fare di necessità virtù, facendosi promotori, tramite l’ideazione di progetti e collane editoriali nuove, di un cambiamento sociale tangibile e, proprio per questo, anche utile.
Ma il libro utile, in editoria, se non è di divulgazione scientifica o popolare, deve giustificare se stesso anche, e forse soprattutto, come libro di qualità: come libro dalla forma pensata e scelta, dai contenuti complessi e dirompenti, dal senso letterario insostituibile.
Junior oltre gli stereotipi
Ed è proprio di questa sfida che si è mostrata consapevole la casa editrice Giulio Perrone, specificamente nella persona della scrittrice Nadia Terranova, nel presentare, nello Spazio Ragazzi di Più libri più liberi, la sua nuova collana Mosche d’oro Junior. Quest’ultima, in quanto “costola” della collana Mosche d’oro, di cui Nadia Terranova è da un anno curatrice insieme a Viola Lo Moro, è stata pensata come collana dedicata all’infanzia e alla preadolescenza, con lo scopo di “raccontare il vissuto e il talento di grandi donne”.
In quanto curatrice della neonata collana, Nadia Terranova ha condotto l’incontro di presentazione del libro Ester la bella, scritto da Lia Levi e primo ad uscire per Mosche d’oro Junior, nel segno della volontà forte di offrire alle lettrici e ai lettori più piccoli libri che, oltre ad essere libri scritti da donne su donne, rechino in sé la complessità che rende le narrazioni delle vere e proprie storie, al di là e oltre i modelli stereotipati e talvolta ideologici – nel senso di fastidiosamente univoci – che la divulgazione offre.
Ester la bella: tra magia e fiaba
Con Ester la bella si apre, quindi, una collana di riscritture di miti che hanno per protagoniste personaggie femminili – come la regina biblica Ester – complesse, varie, diversificate quanto può essere diversificato il femminile; personaggie, inoltre, dai tratti fiabescamente archetipici, capaci di parlare a quella che Giovanna Zoboli (scrittrice ed editrice di Topipittori, casa editrice specializzata in libri per l’infanzia) ha descritto, durante la presentazione, come “una natura — quella infantile — dalle caratteristiche che non cambiano, e che rimane sempre fedele a se stessa”.
Perché i bambini e la bambine hanno da sempre, e avranno sempre bisogno di storie che siano belle, di fiabe che si prestino a infinite riletture e nelle quali l’identificazione non sia data per scontata, ma possa avvenire senza che eventi o personaggi perdano anche solo un pizzico della loro magia.
Quel che conta, quindi, è la sedimentazione delle situazioni, degli avvenimenti e dei personaggi dentro l’esperienza infantile; e una storia può aspirare a questo fintanto che non dice solamente, ma racconta: «Per i libri per l’infanzia bisogna scrivere con la propria bambina interiore» dice Nadia Terranova — che, in quanto unica scrittrice ad aver vinto nello stesso anno Premio Andersen e Premio Strega Ragazze e Ragazzi con il suo Il segreto, conosce bene la propria bambina interiore —, «Lia Levi lo fa, e sono felice di inaugurare la collana con il suo libro, perché è questo lo spirito di Mosche d’oro: non la divulgazione di per sé, ma il racconto in forma di fiaba».
Le “cattive ragazze” dell’editoria
Ancora una volta, quindi, non la divulgazione che, nelle parole accorate di Terranova e Zoboli, appiattisce i personaggi e consegna modelli — come quello della scorrettezza a tutti costi delle “cattive ragazze” — che automaticamente diventano inutilizzabili e si sgretolano al primo colpo, ma racconti e storie dotate di una tale densità da rendere difficile il dar loro un solo significato, o determinarne l’interpretazione una volta per tutte. «Gli archetipi delle fiabe sono il contrario degli stereotipi», dice Zoboli; e Mosche d’oro Junior della Giulio Perrone editore conterrà archetipi, miti dal sapore infinito, storie femminili in grado di allargare lo sguardo di bambini e bambine, e di coltivarne i sogni e le infinite possibilità.
Conterrà libri che, al di là dei meccanismi opachi dell’editoria e dei suoi miscugli di cause ed effetti difficili da districare, non sono altro che il frutto di una passione inesausta per la letteratura; come Ester la bella, di cui la sua illustre autrice come prima cosa ha detto, nel presentarlo: «L’ho scritto perché ne avevo voglia».