45 giorni per l’insediamento dell’Assemblea Regionale, 51 per il giuramento del Governo.
Dopo una lunga – lunghissima – attesa finalmente la Regione Siciliana riparte.
Lo scorso 16 novembre, durante la seconda seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana, con il giuramento degli Assessori è nato ufficialmente il Governo Schifani.
Governo Regionale così composto:
- Luca Sammartino (Lega, Vice Presidente), Assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea;
- Edmondo Tamajo (FI), Assessore alle Attività produttive;
- Andrea Messina (DC), Assessore alle Autonomie locali e funzione pubblica;
- Elvira Amata (FdI), Assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana;
- Marco Falcone (FI), Assessore all’Economia;
- Roberto Di Mauro (MpA), Assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità;
- Nuccia Albano (DC), Assessore alla Famiglia, politiche sociali e lavoro;
- Alessandro Aricò (FdI), Assessore alle Infrastrutture e mobilità;
- Mimmo Turano (Lega), Assessore all’Istruzione e formazione professionale;
- Giovanna Volo (tecnico in quota FI), Assessore alla Salute;
- Elena Pagana (FdI), Assessore al Territorio e ambiente;
- Francesco Paolo Scarpinato (FdI), Assessore al Turismo, sport e spettacolo.
Quattro a Fratelli d’Italia; tre (compreso un tecnico) in quota Forza Italia; due alla Lega che ha anche la vicepresidenza; due alla Dc e uno ai Popolari e autonomisti di Raffaele Lombardo.
Ma, non è tutto rose e fiori. La formazione del Governo è stata estenuante.
Il Presidente Schifani, in varie occasioni, ha sempre dichiarato che gli Assessori sarebbero dovuti essere tutti Deputati, quindi eletti.
Ma alla fine non è stato così.
L’unica eccezione avrebbe dovuto riguardare, con Giovanna Volo (già direttore sanitario in diverse importanti strutture ospedaliere siciliane), l’assessorato alla Sanità, ma Fratelli d’Italia ha spinto fino all’ultimo per nominare due esponenti del partito non eletti durante la competizione elettorale, Elena Pagana e Francesco Scarpinato.
Alla fine Schifani, non potendo fare a meno, ha nominato i due “fuori quota” prendendo il posto rispettivamente di Giusy Savarino e Giorgio Assenza (Deputati Ars di FdI, inizialmente potenziali assessori).
Ma non è finita qui.
Durante la seduta si sono svolte le elezioni per i due Vice Presidenti, i tre Questori e i tre Segretari, e il malcontento all’interno della maggioranza – oltre lo scontro in Forza Italia con la formazione di due gruppi parlamentari differenti, Forza Italia 1 verso Schifani e Forza Italia 2 verso Miccichè – si è subito manifestato.
Durante l’elezione dei Vice Presidenti la maggioranza è andata sotto, eleggendo Nuccio Di Paola (referente regionale del M5s) Vice Presidente Vicario dell’Assemblea e la forzista Luisa Lantieri Vice Presidente.
35 Di Paola, 32 Lantieri. Inizio shock per la maggioranza del Presidente Schifani che deve, oltre da Cateno De Luca e in generale dall’opposizione, soprattutto difendersi dal fuoco amico.
Il resto della seduta non ha regalato particolari sorprese con l’elezione dei tre Deputati Questori (Giuseppe Geremia Lombardo, MpA; Vincenzo Figuccia, Lega ; Nello Di Pasquale, Pd) eccetto per l’elezione dei Deputati Segretari.
Inaspettatamente e con grande sorpresa, il deputato “deluchiano” Giuseppe Lombardo ha rinunciato all’incarico, dichiarando: “«I nostri 8 voti sono andati ad Alessandro De Leo (collega di gruppo), perché non eravamo interessati: sono il primo deputato eletto segretario a rinunciare probabilmente».
«Non avevamo alcun accordo perché non volevamo entrare nell’ufficio di Presidenza» così, invece, Cateno De Luca.
Il Presidente Galvagno, in un primo momento, aveva fatto scorrere la graduatoria ma, confrontandosi con gli uffici, ha chiarito che il regolamento non prevede lo scorrimento per cui si è proceduto a una nuova votazione per l’elezione del solo deputato-segretario mancante.
Alla fine della votazione è risultata eletta Serafina Marchetta (DC) che, con Riccardo Gallo Afflitto (FI) e Giuseppe Galluzzo (FdI) eletti durante la prima votazione, svolgerà il ruolo di Segretario.
Dall’instabilità della maggioranza al coup de théâtre con l’elezione di Di Paola passando per la rinuncia da parte di Lombardo, primi colpi di scena di una legislatura appena iniziata ma che si prospetta particolarmente vivace.