Osservando l’attuale situazione italiana, mi rendo conto che nessun cambio di governo può nell’immediato raddrizzare una situazione oramai compromessa per molti giovani dai venticinque ai trentacinque anni.
Non limitandomi solamente ad osservare, ma vivendo pienamente questa disastrosa situazione nella quale versa il nostro paese, ai miei occhi sembra alquanto palese la mancanza di speranza e l’accettazione di tutto ciò da parte della stragrande maggioranza della popolazione giovanile della nostra amata Italia.
I ragazzi affollano sempre più le poche città italiane nelle quali è possibile trovare uno straccio di lavoro, sobbarcandosi di ansie e frustrazioni tipiche di chi lascia i propri luoghi d’origine e i propri affetti più cari. La maggior parte di questi ragazzi troverà a stento l’indipendenza economica. Nonostante il tanto agognato salario, i costi proibitivi delle mete – per scelta od obbligo – nelle quali hanno deciso di riversare tutte le loro speranze, nel giro di poco tempo, pongono questi moderni “superuomo” di Nietzsche di fronte all’amara realtà della violenza di una dignità calpestata, che si estrinseca nell’aiuto economico genitoriale.
Le generazioni più importanti del nostro Paese, che alimentano, o almeno dovrebbero farlo, l’economia sono consapevoli delle mancanze di prospettive e sperano di essere tra i pochi che, con sforzi immani, potranno trovare equilibrio.
Non sono un esperto e non posso permettermi suggerimenti politici in merito ma posso riassumere in poche righe e senza pretese il profumo di miseria che si respira nel nostro Paese.
La mancanza di futuro, i salari non adeguati per chi un posto di lavoro lo ha ottenuto, i costi spropositati per i beni anche di prima necessità, hanno un’unica conseguenza; calo drastico della natalità, aumento inesorabile delle patologie neuropsichitriche, disturbi d’ansia e depressivi generalizzati, aumento della violenza civile e senso d’impotenza.
Il nostro Paese, forse il più bello del mondo, è l’incubo dei sui cittadini.
Spero vivamente tra qualche anno, se sarò ancora qui a scrivere, di poter pubblicare un pezzo totalmente diverso ed ottimistico.
Al momento auguro tanta fortuna a chi come me sta cercando un posto nel mondo ed ha scelto uno dei paesi europei più difficili in cui farlo.