Cina e Germania contro l’uso delle armi nucleari. Scholz e Xi tracciano nuove traiettorie geopolitiche

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz incontra il presidente cinese Xi Jinping nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Scholz è stato il primo leader del G7 a recarsi in Cina dallo scoppio della pandemia nel 2020.

Ufficialmente, al centro del dibattito l’affermazione di una linea comune tra Germania e Cina contro l’utilizzo di qualsiasi arma nucleare nella guerra in Ucraina e la ricerca di un alleato capace di convincere Putin a percorrere la via della pace.

Il Cancelliere, infatti, ha chiesto a Xi di usare “la sua influenza sulla Russia” per porre fine alle ostilità ai danni dell’Ucraina. “Questo riguarda la necessità di rispettare i principi della Carta dell’Onu che tutti abbiamo sottoscritto. Si tratta di principi come quello della sovranità e dell’integrità territoriale, importanti anche per la Cina”.

Scholz ha, quindi, rimarcato come nel Paese del dragone “tutti sanno che un’escalation della guerra in Ucraina avrebbe conseguenze per tutti noi. Ecco perché è molto importante per me sottolineare che tutti dicono chiaramente che un’escalation attraverso l’uso di un’arma nucleare tattica è esclusa”.

Appello accolto dal Presidente cinese che ha invitato tutta la comunità internazionale a “rifiutare l’uso e la minaccia delle armi nucleari”.

Definita la linea sulla guerra russo-ucraina, i due leader hanno affrontato lo scottante nodo Taiwan. La posizione tedesca è molto chiara e, come gli USA e molti altri paesi del mondo, segue la direzione dell’Unica Cina. Ovviamente, ha precisato Scholz “qualsiasi cambiamento dello status quo delle relazioni nello Stretto di Taiwan deve essere pacifico e consensuale”.

Una visita che, però, traccia traiettorie molto più ampie. Il Presidente cinese ha voluto rimarcare come, in una situazione internazionale complessa e mutevole, “Cina e Germania dovrebbero collaborare in tempi di cambiamento e caos per dare maggiori contributi a pace e sviluppo mondiale. Se sono mantenuti i principi di rispetto reciproco, di ricerca di terreno comune, di scambi e apprendimento reciproco, la direzione delle relazioni non sarà deviata e il ritmo d’avanzamento sarà stabile”.

La Cina, ben consapevole del ruolo centrale della Germania in Occidente, ha sollecitato Scholz a rifiutare il “confronto tra blocchi e le interferenze animate dall’ideologia” auspicando che “la Germania persegua una politica positiva verso la Cina per vantaggi reciproci e risultati vantaggiosi per tutti”.

Vantaggi che sono ben chiari nella mente di Scholz che, su Politico.eu, aveva sottolineato il fatto di “andare a Pechino non solo come cancelliere, ma come europeo”, sostenendo che “se la Cina cambia, deve cambiare anche il nostro modo di rapportarci ad essa”.

Per Scholz, infatti, in un mondo ormai multilaterale, mantenere rapporti economici e politici è fondamentale per evitare l’emergere di nuove divisioni in blocchi.

Al di là, però, della retorica, l’esigenza primaria della Germania, dopo l’aver visto il frantumarsi di decenni dedicati all’ostpolitik – la politica di riavvicinamento con l’Unione Sovietica intrapresa dal cancelliere tedesco Willy Brandt – è quella di non veder incrinati anche i rapporti con il primo partner commerciale del Paese che, solo nel 2021, ha garantito scambi per ben 245 miliardi di euro.

Un rapporto – vista anche la propensione tedesca di guardare a est – che sembra destinato a rafforzarsi proponendo un nuovo asse che colleghi Berlino a Pechino.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here