HM Queen Elizabeth II – 70 anni di storia

La morte della regina Elisabetta II segna il passaggio e la fine di un’epoca non solo per il Regno Unito, ma per il mondo intero.

Nei suoi 70 anni di regno, Elisabetta ha guidato e accompagnato il Regno Unito durante tutte le trasformazioni e le sfide del secondo Novecento, dalla fine dellimpero coloniale alla Brexit.

La sua popolarità e la longevità hanno agito come una forza unificante per il paese, che adesso deve affrontare una situazione difficile a causa dell’inflazione, degli alti costi dell’energia che stanno inginocchiando anche l’intera Europa e alle tensioni politiche interne dovute alla nomina di Liz Truss come nuova premier del Regno Unito.

In sette decenni, la regina Elisabetta si fece apprezzare non solo per le due doti governative come monarca, che hanno dato lustro e un rispetto degno del suo nome al Regno Unito, ma anche come unabile ambasciatrice del suo Stato nel mondo.

Sua Maestà la Regina Elisabetta II ha incarnato la continuità e l’unità della nazione britannica per oltre 70 anni. Conservo il ricordo di un’amica di Francia, una regina di cuori che ha segnato per sempre il suo Paese e il suo secolo” ha dichiarato Emmanuel Macron.

Anche il primo ministro australiano Anthony Albanese ha reso omaggio alla regina, ricordandola per la “simpatia e gentilezza” che dimostrò al popolo australiano durante il suo regno.

Questa è una perdita che tutti sentiamo, perché pochi hanno conosciuto un mondo senza la regina Elisabetta II. Nei suoi sette notevoli decenni sul trono, Sua Maestà era una costante rara e rassicurante in mezzo a un rapido cambiamento. Attraverso il rumore e il tumulto degli anni, incarnava e mostrava una decenza senza tempo e una calma duratura”.

Il parlamento australiano sarà sospeso per almeno 15 giorni mentre il primo ministro e il governatore generale si recano a Londra, dove dovrebbero incontrare il re Carlo III e partecipare al funerale della regina.

L’omaggio e il dolore per la morte della regina che sembrava eterna non tardano ad arrivare anche dal presidente russo Vladimir Putin, definendo irreparabile la perdita della regina. «Per molti decenni, Elisabetta II ha giustamente goduto dell’amore e del rispetto dei suoi sudditi, così come dell’autorità sulla scena mondiale». Poi, l’augurio al Re Carlo III “coraggio e perseveranza di fronte a questa pesante e irreparabile perdita”.

Un pensiero per la morte di Elisabetta è arrivato anche dal Capo dello Stato Italiano Sergio Mattarella, ricordando di aver avuto il grande onore – insieme ai rappresentanti istituzionali del popolo italiano – di averla incontrata e averne potuto ammirare la straordinaria levatura e l’ineguagliabile personalità, dimostrando sempre compostezza anche nei momenti più difficili.

Le condoglianze arrivano anche dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “In più di 70 anni, ha esemplificato la leadership disinteressata e il servizio pubblico. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia reale, ai nostri alleati della NATO, Regno Unito e Canada, e al popolo del Commonwealth”.

Per il presidente degli USA, Joe Biden, la regina Elisabetta ha definito un’era e proverà sempre ammirazione per quella donna di Stato con una dignità e costanza ineguagliabili, che al giorno d’oggi nessun capo di Stato ha.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholtz ha ricordato l’impegno della regina nella riconciliazione tra Germania e Gran Bretagna dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Mentre il premier spagnolo, Pedro Sanchez, l’ha onorata come “figura di rilevanza mondiale, testimone e autrice della storia britannica ed europea”.

Un messaggio anche da Papa Francesco: “Mi unisco a tutti coloro che piangono la sua perdita nel pregare per il riposo eterno della defunta regina, e nel rendere omaggio alla sua vita di servizio senza riserve per il bene della Nazione e del Commonwealth”.

REAZIONI NEL MEDIORIENTE

La morte della regina Elisabetta non è passata inosservata nei Paesi mediorientali e in quelli che sono stati ex colonie inglesi. Fungeva da collante tra il suo regno e il suo amato Commonwealth. Era talmente tanto ammirata a livello internazionale che la sua presenza era richiesta in molti paesi.

È stata una figura importante a livello di continuità durante un periodo di sette decenni in cui il mondo ha subito non poche trasformazioni. Ha visto l’amministrazione di Wiston Churchill, l’Unione Sovietica guidata da Stalin, gli USA con Truman e il comunismo cinese con Mao Zedong. Nazioni con cui il Regno Unito ha avuto degli interessi, anche a livello nucleare.

Oggi, ha potuto vedere come la Repubblica popolare cinese – allora inesperta – sia diventata una superpotenza emergente con la più grande economia del mondo. Ha visto l’URSS sgretolarsi nel panorama geopolitico e trasformarsi in una Russia con la sete di conquista dei suoi antichi territori, come possiamo assistere oggi con l’Ucraina e chissà in futuro a chi spetterà lo stesso destino. E il Regno Unito, in tutto ciò, è passato a una “potenza media” con il suo impero smantellato, anche se alcuni territori – precisamente 54 membri con 2,4 miliardi di abitanti – rimangono nel Commonwealth.

Nonostante il Regno Unito abbia avuto una guida impeccabile come Elizabeth, resta sempre più divido su linee geografiche. Questo, in particolare, è stato causato dall’aumento della pressione dopo la Brexit per l’indipendenza in Scozia, oltre ai crescenti cambiamenti politici in Irlanda del Nord con il Partito Nazionalista Sein Fein a favore di un’unione dell’isola.

A parte i dibattiti sul Commonwealth e sul Regno Unito, bisogna prendere in considerazione che con la sua scomparsa, finirà l’ultima grande rappresentazione della monarchia. Niente più eleganza e mistero intorno ai palazzi reali, meno marce dei soldati sui cavalli, meno cambi di guardia, niente più cornamuse, meno cene di stato e meno invitati.

Meno garden party e meno gente che andavano solo per vedere lei. Ci sarà un nuovo regno, quello di Carlo III, più ridimensionato che cercherà di seguire il buon esempio lasciato e con la speranza che il Commonwealth non si dissolverà (l’Australia e il Canada sono rimaste nell’associazione solo nel rispetto della Regina).

GLI ANNI PIÙ BUI

Non sono sempre stati rose e fiori i decenni della Regina, infatti gli anni ’90 furono particolarmente travagliati per la famiglia reale. Il 1992 venne definito “annus horribilis” perché i matrimoni di tre dei suoi figli (tra cui quello di Carlo) si disintegrarono e il Castello di Windsor fu quasi distrutto da un incendio. Poi, nel 1997 la morte della prima moglie di Carlo, la principessa Diana, ampiamente criticata dal pubblico britannico.

Ebbene sì, forse la regina ha commesso un unico errore: ha sottovalutato il sentimento popolare per la morte di Lady Diana, anche se ormai fuori dalla famiglia reale. La sua colpa è stata quella di aver rivelato in tv e ai biografi cose che in parte avrebbe dovuto tacere e in parte non erano vere. Quella ragazza instabile e impreparata non era stata in grado di comprendere a pieno quale fosse il ruolo di futura regina, madre di futuri re. Meghan Markle, forse, sta seguendo l’esempio di Lady D?

IL FUTURO DELLA MONARCHIA INGLESE

Una cosa è certa, se il regno di Elisabetta II ha portato unione, la futura monarchia è stata etichettata sotto il segno della divisione.

Divisione tra chi non è riuscito a perdonargli il tradimento dell’amatissima principessa Diana con l’attuale moglie e regina consorte Camilla, e a livello politico.

La nuova epoca che il Regno Unito si prepara ad affrontare è dettata dalla fine di un approccio alla politica globale che ha incarnato fino alla fine Elisabetta, unidea di un mondo riunito come famiglia. Per lei, il posto della Gran Bretagna nel mondo riguardava le connessioni tra i popoli, non solo le élite, le imprese, gli stati o i monarchi rimasti. Sarà così anche con il figlio Carlo?

Lo scopriremo solo dandogli fiducia.

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