A cosa sarebbe servita la marcia su Roma se nel 1922 fosse stato già ideato Facebook? La risposta è semplice: a niente.
L’allora duce avrebbe optato per una marcia “social”, che lo avrebbe portato alla conquista di milioni di teste senza sprecare troppe energie e troppo vigore.
Ad oggi, la questione si è riproposta, con l’eccezione della marcia su Roma, s’intende. Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote di Benito, è candidato alle Europee nella lista della Meloni e Facebook gli ha bloccato il profilo perché contrario alla policy della piattaforma. In sostanza, il nome va quasi bene, ma il cognome proprio no.
In Italia è difficile essere “Mussolini”, e ciò è comprensibile, considerato e studiato il passato, ma non è giustificabile. Oggigiorno, le colpe degli avi non possono ricadere sui figli. Non può neppure sorprendere che Caio si sia candidato con Fratelli d’Italia; sarebbe stato imbarazzante, nonché ilare e grottesco, che si fosse proposto con la falce e martello.
È un Mussolini, ha ereditato delle idee (auspicabilmente civili) e si candida con il partito che lo rappresenta. Bisogna finirla con le polemiche bieche e tipicamente italiote: se verrà eletto e rappresenterà con diligenza i cittadini, sarà applaudito.
Se verrà eletto e si dimostrerà uno squadrista, sarà punito. E se non verrà eletto, non dovremo neppure farci domande.