Ormai è passata una settimana da quando il Presidente Mattarella ha promulgato lo scioglimento delle Camere.
Una settimana in cui i partiti hanno iniziato a discutere sulle future, o meglio imminenti, alleanze.
Nel centrodestra il “tridente” Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia pare sia ben consolidato, a parte qualche fibrillazione in merito alla futura leadership, la quale – secondo la regola vigente anche durante le elezioni del 2018 – spetterà al partito che otterrà la percentuale di voto più alta.
Da sottolineare anche i problemi in casa forzista, molti esponenti azzurri hanno deciso di abbandonare il partito dopo le vicende che hanno portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi, tra questi i tre Ministri ed esponenti storici Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna.
Se nel fronte del centrodestra non dovrebbero esserci – eccetto mancati accordi sulla leadeship – novità consistenti, sul fronte del centrosinistra è ancora tutto in divenire.
Il Partito Democratico ha ufficialmente chiuso il rapporto con il Movimento 5 Stelle, il Segretario Enrico Letta ha espressamente detto che per queste elezioni politiche la rottura è irreversibile.
Azione e +Europa, invece, hanno lanciato il “fronte repubblicano”, presentando un piano di 14 punti (Posizionamento internazionale dell’Italia; Politiche di bilancio; Infrastrutture, energia e ambiente; Fisco; Lavoro; Diritti, cittadinanza e immigrazione; Politica industriale, concorrenza e “mano pubblica”; Giustizia; Istruzione e ricerca; Sanità; Le politiche per il Mezzogiorno; Attuazione del PNRR; Assetto istituzionale dello Stato; Ripristinare il cursus honorem per i membri del governo) e aprendo ad un’alleanza con Letta, Renzi e i fuoriusciti di Forza Italia.
Dal canto suo Renzi ha annunciato che Italia Viva, ad oggi, correrà da sola lasciando uno spiraglio aperto ad accordi entro il ritorno alle urne.
Per il Movimento 5 stelle, dopo la rottura con il Pd, lo sguardo si pone verso un’alleanza con Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e i Verdi di Angelo Bonelli, che nel frattempo hanno presentato il simbolo con cui correranno alle elezioni.
Ma all’interno della casa pentastellata crescono i malumori dopo il “No” alla proroga del limite dei due mandati ribadito dal Garante Beppe Grillo, in attesa del ritorno di Alessandro Di Battista.
Una cosa è certa: il centrodestra stando agli ultimi sondaggi è in netto vantaggio.
Non è impossibile colmare ma per farlo il centrosinistra dovrà necessariamente trovare una sintesi, le divisioni sicuramente non aiuterebbero.
Quello che è certo è che saranno settimane intense, settimane di campagna elettorale in cui non mancheranno scontri ed incontri per chiudere la partita su candidature e alleanze.
Letta, Calenda e Renzi, nonostante le opinioni contrastanti su alcuni temi, dovranno superare le incomprensioni e far nascere una coalizione capace di dare del filo da torcere al centrodestra.
Se ciò non verrà fatto per Meloni, Salvini e Berlusconi si prospetta una vittoria schiacciante e una larga maggioranza in Parlamento.