Verba manent: l’osservanza delle regole

Chi scrive, stavolta, racconta in prima persona un’esperienza vissuta a bordo di un aereo pochi giorni fa. Dopo due anni di terra, finalmente sono tornato a volare, direzione vacanza. Tutto bene e bello, fuorché un discutibile botta e risposta col personale di volo di una nota compagnia. 

Come da decreto, a partire dal 15 giugno la mascherina a bordo di un aereo non è più obbligatoria, benché si voli dall’Italia, com’era fino a quella data, bensì è semplicemente raccomandata. La maggior parte dei passeggeri comunque ha scelto di indossarla, ed è giusto e legittimo in quanto la legge ne consiglia l’uso. Io, però, ho preferito presentarmi a bordo senza indossarla, nonostante, per ogni evenienza, ne fossi provvisto. 

All’improvviso un aitante assistente di volo, con un fare confidenziale e fraterno, si rivolge al sottoscritto apostrofandomi un “tu” da compagno di merende. “Mettiti la mascherina”. “Guardi, non è obbligatoria, preferisco non indossarla”. “Mettiti la mascherina”. “Le ripeto: ho facoltà di non indossarla”. “In Spagna [destinazione del viaggio] è obbligatoria”, falsissimo e tipica risposta da ripiego, infatti glielo dico e glielo documento. Arriva un secondo assistente, leggermente meno sgarbato, che prova a mediare, consapevole che la loro strategia avesse basi fragili. “Faccia come vuole”; “grazie”. 

La morale della favola non è la rivendicazione di un irrilevante atto di orgoglio nei confronti della compagnia, anzi, ho sempre indossato la mascherina quando richiesto dalla legge e dall’etica – ci sono stati casi in cui, benché non obbligatoria, in presenza di alcune persone che sapevo essere fragili l’ho comunque messa. È probabile che la compagnia in questione abbia costretto i propri dipendenti a persuadere i passeggeri, per evitare danni d’immagine in caso di focolaio a bordo. Poco importa. 

È un fatto di rispetto: non voglio dimostrare niente a nessuno, voglio rispettare la legge. È ancora possibile, malgrado l’arroganza di taluni? Può un’idea condita di presunzione annullare la validità di un decreto?

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