Nella notte tra il 6 e il 7 giugno l’accordo politico provvisorio tra Consiglio e il Parlamento europeo sul progetto di direttiva sui salari minimi adeguati nell’Unione europea.
Lo hanno annunciato lo stesso Consiglio nella mattinata di martedì in un comunicato stampa e la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl) sul proprio account Twitter.
“Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi” ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Verso un’Europa più sociale
“La nuova legge, una volta adottata definitivamente – si legge nella nota del Consiglio – promuoverà l’adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei”.
Un traguardo importante per l’Europa, quello raggiunto questa notte tra tra Consiglio, Commissione e Parlamento Ue su un tema di grande rilevanza, già da tempo oggetto di numerose discussioni e dibattiti a livello nazionale e comunitario, finalmente accolto dalle istituzioni europee.
“Un passo importante verso un’Europa più sociale” ha affermato l’account ufficiale della presidenza francese del Consiglio dell’Ue su Twitter, affermando come “pur rispettando la diversità dei modelli nazionali, questo testo promuove l’adeguatezza dei salari minimi nell’UE, anche attraverso lo sviluppo della contrattazione collettiva”.
La recezione della direttiva comunitaria
La direttiva istituisce un quadro per l’adeguatezza dei salari minimi legali, promuovendo la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e migliorando l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo nell’UE.
“L’ok alla direttiva su salario minimo è una buona notizia per contrastare il lavoro povero e dare a tutti i lavoratori un salario dignitoso. L’Italia si è battuta per questo risultato. Un passo importante che estende tutele e diritti ai lavoratori europei” ha dichiarato Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, sul suo profilo Twitter.
Una decisione fondamentale, che vincola gli stati membri a recepire la direttiva all’interno dei propri sistemi normativi. Non sono comunque previsti minimi e massimi salariali o quote comuni da adottare.
L’obiettivo della direttiva punta a garantire ai cittadini europei il diritto ad avere un salario minimo ed equo.
Salario minimo e adeguato alle condizioni socio-economiche
Secondo l’accordo, gli Stati membri dovranno valutare se i loro salari minimi legali esistenti saranno adeguati a garantire un tenore di vita dignitoso, tenendo conto delle proprie condizioni socio-economiche, del potere d’acquisto o dei livelli e degli sviluppi nazionali a lungo termine.
Tra gli strumenti chiave che la direttiva indica per istituire un quadro solido per la determinazione e l’aggiornamento del salario minimo rientrano:
- criteri chiari legati al contesto socio-economico nazionale;
- l’utilizzo di valori di riferimento indicativi per orientare la valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi;
- l’aggiornamento periodico e puntuale dei salari minimi;
- l’istituzione di organi consultivi ai quali parteciperanno le parti sociali;
- la garanzia che le variazioni dei salari minimi legali e le trattenute su di essi rispettino i principi di non discriminazione e proporzionalità;
- il coinvolgimento concreto delle parti sociali nella determinazione e nell’aggiornamento dei salari minimi legali.
Contrattazione collettiva
Centrale all’interno dell’accordo tra Consiglio e Parlamento europeo è poi la questione della contrattazione collettiva dei salari, a livello settoriale e intersettoriale, giudicato dai negoziatori dell’Ue come un fattore essenziale per proteggere i lavoratori fornendo loro un salario minimo.
Secondo le note del PE “gli Stati membri in cui meno dell’80% della forza lavoro è protetta da un contratto collettivo dovranno creare un piano d’azione per aumentare progressivamente questa copertura. Per elaborare la migliore strategia a tal fine, dovrebbero coinvolgere le parti sociali e informare la Commissione delle misure adottate e rendere pubblico il piano”.
L’accordo raggiunto dovrà ora essere approvato prima dalla commissione per l’occupazione e gli affari sociali, seguita da una votazione plenaria del Parlamento europeo e da una ratifica del Consiglio Ue.