“Mentre vi scrivo questa lettera, il mondo sta subendo una trasformazione: il brutale attacco della Russia all’Ucraina ha stravolto l’ordine mondiale che durava dalla fine della Guerra Fredda, più di 30 anni fa”
Con queste parole inizia la lettera di Larry Fink, Presidente ed AD di BlackRock Inc. – il più grande fondo comune d’investimento al mondo per volume d’investimenti e presenza geografica – ai suoi azionisti. Le lettere aperte del finanziere, come anche quella indirizzata ad inizio anno a tutti gli AD del mondo, sono sempre attese dai mercati finanziari: le idee e la visione di Fink vengono ritenute le linee strategiche del potente fondo che amministra, una sorta di piano industriale a parole.
Sin dalle prime righe è esplicita la condanna alla Russia: “Come da intese con i nostri portatori d’interessi, anche BlackRock si è aggiunta allo sforzo globale per isolare la Russia dai mercati finanziari”.
“Le implicazioni di questa guerra” – ammette amaro – “si sovrappongono ad una pandemia che ha già sortito effetti profondi sui corsi politici, economici e sociali. L’impatto sarà avvertito per i decenni a venire in maniere che non possiamo prevedere”.
La storia di BlackRock inizia proprio con l’accelerazione della globalizzazione dei mercati e delle comunicazioni dopo la fine dell’epoca sovietica: Fink rileva come la sua creatura sia figlia di quelle aperture del mondo post sovietico ai capitali, quella visione globale che con l’invasione dell’Ucraina – che viene vista come sintomo di tensioni accumulatesi durante la pandemia – si arresta. Anche l’esclusione fulminea della Russia dai mercati dei capitali è segno del nuovo trend, cui BlackRock ha attivamente partecipato con le sue manovre finanziarie. Fink l’aveva scritto nella sua lettera annuale agli AD del mondo: “l’accesso al capitale è un privilegio, non un diritto”. Diritto che la Russia avrebbe perso con la sua aggressività politica.
La dipartita della Russia dall’economia globale – si prosegue – “costringerà imprese e governi nel mondo a rivalutare le loro dipendenze e rianalizzare la struttura del loro manifatturiero e catene produttive” anche se il Covid aveva già iniziato tale tendenza.
Messico, Brasile, USA e Sud Est Asiatico potrebbero beneficiare della riallocazione di attività economiche sul loro suolo, anche se per le multinazionali ciò implica costi marginali più ampi, e verosimilmente – chiosa Fink – una maggiore inflazione in futuro, che oggi in UE, Canada e Regno Unito è oltre il 5%, taglieggiando il potere d’acquisto dei redditi più bassi, che consumano maggiormente i beni inflazionati come cibo, gas e elettricità. Il tutto in uno scenario di inadeguamento salariale.
Le banche centrali dovranno misurarsi a lungo col dilemma tra quantitative easing pur in inflazione e rialzo dei tassi al prezzo di maggior disoccupazione.
La guerra accelererà anche lo sviluppo e studio delle monete digitali, causa la revisione delle dipendenze degli stati sovrani dalla valuta estera: la FED avrebbe studiato come un dollaro digitale, in un sistema di pagamenti internazionali innovativo, può potenziare le transazioni riducendo i rischi di corruttela e riciclaggio.
Si affronta poi il tema delle rinnovabili (dove si rileva come le politiche governative si concentrino sull’offerta di energia pulita, non ancora sullo stimolo della domanda): Fink crede che nel lungo periodo le tensioni attuali accelereranno la transizione energetica, come la Germania, che ha anticipato di 15 anni l’obiettivo del 100% di energia prodotta da rinnovabili rispetto al periodo pre-bellico. Inoltre, prezzi alti dell’energia aiuteranno a finanziare la transizione e le nuove tecnologie, seppur al prezzo di una minore accessibilità di innovazioni come i veicoli elettrici per gli utilizzatori, costo che non viene ritenuto sostenibile a lungo.
Nelle sfumature del passaggio a fonti pulite, BlackRock sta aiutando i Paesi del medio oriente a passare dal petrolio al più pulito gas naturale.
La seconda metà della lettera di Fink si concentra sulle performance del fondo ed i suoi investimenti in innovazione. Riportiamo per linee essenziali come BlackRock – costituita nel 1988, ma quotata in borsa nel 1999 – sia passata da 8 dipendenti a ca. 18.400, da investimenti in USA a 100 Paesi, ed al 31/12/2021 avesse un rendimento del 9.698% (+6.500% rispetto all’indice S&P 500). Le commissioni di gestione hanno generato 540 mld$ (+11% YoY), i ricavi per servizi tecnologici sono valsi 1,3 mld$ (+12% YoY). Si sono registrate inoltre le seguenti crescite infrannuali: ricavi +20%, MOL +19%, dividendi per azione +16%.