Verba manent: Zingaretti, l’ultima speranza del centrosinistra

Dalla scorsa domenica il Partito Democratico ha un nuovo leader: Nicola Zingaretti. Con un plebiscito e un’affluenza elevata ed imprevista, si è aggiudicato la Segreteria del partito. Ha vinto la figura più distante da Renzi, la gente ha scelto un segretario non monarca, non divisivo e in linea con le idee portate avanti dalla sinistra negli anni. L’era Renzi si è chiusa ufficialmente, è finito il tempo delle verba volant, chiacchiere e sogni irrealizzati. L’ex sindaco di Firenze stonava con lo spirito della sinistra, ha provato a uscire fuori dalla strada storica dei democratici, ma si è arrestato per tracotanza e a causa di avversari più forti, ha sbagliato e ha perso. L’urna madre e matrigna. Poco più di un anno fa il PD uscì sconfitto dalle elezioni, con un risultato ridicolo; da oggi, al Nazareno tutti sperano di voltare pagina e scrivere dei capitoli importanti. La penna è in mano al trionfante Zingaretti.
Resta da capire il ruolo dei cortigiani, che da sempre sbilanciano gli equilibri in politica. Se volteranno la faccia e maschereranno l’onore, per unirsi al nuovo Segretario, forse il Partito tornerà a pesare sulla scena italiana. Se, invece, si dimostreranno faziosi e pieni di livore, allora in Italia la partita elettorale sarà sempre giocata ad armi impari, fra M5S, Lega e i detriti del Centrodestra.

Zingaretti è l’ultima speranza.

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