L’elezione di Mattarella e la divisione della politica italiana

Con il giuramento di Sergio Mattarella si è definitivamente conclusa l’elezione del Presidente della Repubblica, tanti i nomi fatti e tante le occasioni perse. Ma alla fine, se ci sono, chi sono i vincitori e chi sono i vinti?

All’alba dell’inizio del nuovo mandato di Sergio Matterella i partiti si ritrovano con tante consapevolezze diverse; soprattutto il centrodestra deve “riordinare i cassetti”, mentre il Movimento 5 Stelle non ha più un leader o ne ha troppi e diversi.

Se la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica regala al governo Draghi una solidità apparente, formalmente i partiti ma soprattutto la coalizione di centrodestra escono cambiati dalle aspre trattative dei giorni scorsi, che potrebbero portare effetti anche gravi sugli equilibri politici futuri.

Il Partito Democratico, considerato da sempre il partito più litigioso e diviso in correnti, durante queste elezioni è stato invece stranamente unito, o almeno è riuscito a dare quell’impressione.

Il segretario del PD Enrico letta ha poi, a quanto appare, collaborato con il suo storico rivale Matteo Renzi, smentendo del tutto la vicinanza di Renzi al centrodestra. Asse consolidata anche dal rapporto con LeU, il partito di Roberto Speranza che in questa avventura è stato un ottimo alleato dei democratici.

Completamente diverso è il quadro che viene fuori dal Movimento 5 Stelle, partito con il quale il PD aveva un forte dialogo.

Giuseppe Conte si è trovato a dover gestire i suoi oltre 200 parlamentari, consapevole della gravissima spaccatura all’interno del Movimento diviso per correnti, il quale è restato unito solo dal comune interesse di evitare le elezioni ma allo stesso tempo impedendo a Conte di sostenere iniziative del vicino PD.

Per dirla in modo franco, Conte non è stato in grado di ricoprire il ruolo da leader all’interno del proprio partito dando spazio e vedendo avanzare sempre di più l’influenza di Luigi Di Maio.

La vera débâcle è arrivata per Lega, e consequenzialmente il suo leader Matteo Salvini, che aveva assunto inizialmente la guida delle trattative per il centrodestra, ma dopo innumerevoli errori sia politici che strategici è stata notevolmente indebolita la sua leadership all’interno della coalizione.
Oltremodo discussa è stata l’eventuale dimissione di Giorgetti che, se si fosse realizzata, avrebbe portato Salvini a fare a meno di uno dei suoi dirigenti migliori al Governo.

Fratelli d’Italia insieme alla sua leader Giorgia Meloni sono sempre più lontani dalla coalizione di centrodestra, distanziamento intrapreso già tempo fa quando Lega e Forza Italia sostennero il governo Draghi e Fratelli d’Italia è all’opposizione.

L’analisi politica impone di sottolineare come anche la Meloni esca sconfitta da queste elezioni perché di fatto non ha ottenuto nessuno dei due scenari che lei auspicava, cioè un presidente della Repubblica che derivasse dal centrodestra o Mario Draghi, e le elezioni anticipate. Purtroppo c’è da sottolineare che in questo caos calmo sicuramente il partito della Meloni nonostante non abbia aggiunto stelle sul petto ha aumentato i suoi consensi sulla scia di un demagogico populismo. Di sicuro la meta della Meloni è quella di arrivare nel 2023 come primo partito del centrodestra e di essere designata come potenziale Presidente del Consiglio, ma queste strategie personalistiche hanno solo contribuito ad indebolire il centrodestra e non di certo a valorizzare gli interessi degli italiani.

E tra le ceneri di questo centrodestra sempre più sovranista, marcata è la distanza di Forza Italia, l’unico partito più europeista e moderato. La resistenza elettorale e parlamentare di Forza Italia evidenziata dalla maturità e dalla responsabilità del suo leader Silvio Berlusconi, ancora una volta dimostrata prima quando ha deciso di non candidarsi e poi quando all’alba dell’ultima giornata di votazioni ha comunicato ai suoi autonomamente con gli altri partiti.

Queste sono le condizioni di partenza del nuovo mandato di Sergio Mattarella, a cui si aggiunge l’attivismo degli ultimi mesi di Mario Draghi che ad oggi resta ancora indefinito e che certamente prenderà forma nelle prossime settimane ma che ad ogni modo ci garantirà una brillante campagna elettorale.

1 commento

  1. Analisi completa e minuziosa del panorama politico attuale, che con le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica ne è uscita disintegrata a causa delle strategie politiche poste in essere per creare nuovi equilibri nel panorama politico.
    In questo modo però la politica ha potuto solo dimostrare incompetenza e non professionalità facendo scemare sempre di più la credibilità politica agli occhi degli elettori…ormai stanchi dei giochi politici all’interno dei palazzi del potere.
    Complimenti Dott. Rina Grasso.
    Ad Maiora!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here