Per una settimana la politica ha dato i numeri per le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica, e non solo per questo: ora tocca a noi darli, quelli delle pagelle dei protagonisti del romanzo, o meglio dire, commedia, Quirinale.
NESSUNO: 10
Quando la vicenda si conclude con l’incoronazione dell’unico che diceva di non essere disponibile all’incoronazione, le cose sono 2: o trattavasi di sceneggiata, oppure chi doveva eleggere qualcuno al suo posto ha miseramente fallito. Per questo il massimo dei voti non lo merita nessuno.
ENRICO LETTA: 9
Avendo Salvini e Conte come antagonisti sarebbe facile per tutti distinguersi, ma il Segretario del Pd ha condotto la sua nave in porto senza danni, eleggendo l’ennesimo Presidente che proviene da quel partito, nascondendo le divisioni interne che pur c’erano tra i Dem. Umile e premiato
LUIGI DI MAIO: 8
Sembra un perfetto democristiano, e per me non è un insulto, anzi, nel palazzo è una grande qualità. Il ragazzo è cresciuto, e tanto. Sveglio
MATTEO RENZI: 7
Non ha fatto molto, ma ci hanno pensato altri a fare di tutto per mostrare quanto il fiorentino sia il migliore per distacco nella tattica e nel fiuto parlamentare. Sornione
GIORGIA MELONI: 6
Non aveva i numeri di grandi elettori necessari per dettare la linea, neppure nel centrodestra, perché oggi i numeri del Paese sono inversamente proporzionali a quelli del palazzo. Finisce anche lei nel disastro di Salvini, ma si è mossa al meglio che poteva. Fratelli d’Italia è l’unico partito italiano con una linea politica, chiara ed univoca, privo di franchi tiratori e leale nelle scelte. Se Salvini e Tajani l’avessero ascoltata quando chiedeva di far votare Nordio martedì mattina e non Casellati fuori tempo massimo, il centrodestra esisterebbe ancora. A lei ridare rappresentanza agli elettori che si ostinano a sentirsi alternativi al centrosinistra. Agguerrita
GIUSEPPE CONTE: 6
Fa di tutto per legarsi alle strategie di Salvini, rischia più volte di far saltare il Movimento Cinque Stelle, di cui chiaramente non controlla ne i parlamentari ne la linea politica, ma Mattarella alla fine salva lui e il suo no a Draghi. Fortunato.
SILVIO BERLUSCONI: 5
L’egocentrismo in politica può essere una dote in gioventù, non a 85 anni suonati. Peggio ancora quando a quell’età si pensa di governare certi processi, circondato da un circo di sbandati. Presuntuoso
ANTONIO TAJANI e LICIA RONZULLI: 4
Forza Italia resterà nella storia politica italiana, anche se nella cronaca si sta mostrando come un bazar di reduci e zatteranti. Governarla è difficile, ma i due si sono dimostrati davvero incapaci a farlo. Inadeguati
MATTEO SALVINI: 0
Non è cattiveria la nostra, neppure vorremmo infierire sullo sconfitto, ma ci resta impossibile non definire disastroso il modo in cui il leader, vedremo per quanto ancora, della Lega, si approcci alla politica in senso stretto. Un conto sono le dirette Facebook, altro guidare le truppe in Parlamento. Che ci metta il cuore in ciò che fa si vede, ma servirebbe anche la testa. Prima l’uscita dal Governo giallo-verde, poi la riconferma di Mattarella sono suoi personali regali al Partito Democratico, che lo rimettono in corsa per le prossime elezioni, che di vincerle neanche i dem ci speravano più… invece. Superato
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI: 3
L’idea di eleggere una donna al Quirinale è bella, se poi fosse meno presuntuosa della Presidente del Senato sarebbe ancora meglio. Meritatamente bocciata
PIERFERDINANDO CASINI: LODE
Tolto il 10 ci resta da assegnare la lode, che diamo con piacere a Casini. La sua unica dichiarazione ufficiale, nel momento in cui annuncia il suo ritiro dalla corsa a beneficio di Mattarella, si segnala per stile e signorilità. Elegante
VITTORIO SGARBI: NOTA DISCIPLINARE
Si dice che il suo essere un grande critico d’arte lo autorizzi a fare e dire di tutto, ma secondo noi ci deve essere un limite a tutto, e lui lo ha superato, da tempo. Anche basta, e chi lo ricandiderà sarà complice.