Verba manent: cercasi patriota

Il futuro Presidente della Repubblica deve avere un solo, unico requisito: deve essere un patriota. No perditempo, no meridionalisti, no settentrionalisti (e allora la Lega?), no residenze fiscali alla Isole Vergini. Patriota, ovvero un presidente che ami la patria e sia disposto a difenderla, a lottare per il bene comune. 

Giorgia Meloni ad Atreju ha timbrato col logo del suo partito il requisito imprescindibile, che in realtà, come ricorda la “Treccani”, è appartenuto anche ai partigiani durante la Resistenza. I patrioti, quindi, sono bipartisan. Da Mazzini a Garibaldi e Cavour, passando per Liliana Segre e Guglielmo Marconi, che con l’invenzione dell’antesignano dello smartphone, il telegrafo, inconsapevolmente ha consentito per primo alla Meloni di comunicare in comodità. Tutti patrioti, secondo definizione. Ma parimenti adatti al ruolo in contesa oggi?

La verità è che parlare di patriottismo è facile, poiché non tutti, nel redigere un curriculum tra sé e sé, metterebbero la parola “patriota”, ma sicuramente non si definirebbero ostili alla patria. Due facce della stessa medaglia che Giorgia Meloni conosce molto bene e sulle quali fa leva. Tant’è che di fianco al patriottismo c’è stato il passaggio, sottile ma importante, dal sovranismo al conservatorismo. Il primo ormai è démodé, mentre il secondo è agée, però mantiene un fascino filosofico e culturale. 

Ecco, forse per via dei due francesismi usati poc’anzi chi scrive non potrebbe dirsi patriota. E sarebbe unfit per il Quirinale, soprattutto alla luce di quest’ultimo anglicismo. 

Suvvia, Meloni, non scherziamo: il fatto che il Presidente della Repubblica debba essere un patriota è scontato. Gridarlo al punto tale da farlo sembrare l’unico requisito necessario suona un po’ come retorica. Piuttosto, sforzatevi di cercare una figura istituzionale, politica, trasversale e con un cursus honorum degno del Capo dello Stato, garante della Costituzione. Il patriota seguirà. 

2 Commenti

  1. Caro Domenico, come sempre hai colto nel segno. Aggiungerei però una considerazione. Temo che la definizione di patriota nasconda, nell’On. Meloni, una riserva mentale: quella di intendere per patriottismo un intento difensivo nei confronti di un’Europa che, nonostante rassicuranti dichiarazioni di facciata, continua a ritenere potenzialmente nemica. E, se così è, il patriottismo non è più un valore ma rischia di diventare un disvalore. Patriottismo ed europeismo non sono valori antitetici ma possono e devono coesistere.

    • Caro Antonio, grazie innanzitutto. L’on. Giorgia Meloni è leader di un gruppo importante in UE e questo le serve da scudo contro chi la taccia di antieuropeismo. Da “euroscettica” qual era, ha assunto da diverso tempo una carica importante che la rende partecipe in toto delle dinamiche europolitiche. Direi che, tra le righe, fa comodo alla Meloni tenere il piede su due staffe, finché può: establishment e opposizione. Sottoscrivo quanto affermi: patriottismo ed europeismo devono coesistere. Se ci piace ricordare, tronfi di memoria, “l’Europa dei Padri”, non possiamo dubitare dell’allineamento delle due filosofie. Penso all’espressione usata dal Presidente Mattarella di recente, riguardo all’UE e al suo ruolo, ovvero “sovranità condivisa”. Stati sovrani, ma solidali secondo i principali valori dell’Unione.

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