Pasquale Golia è un giornalista professionista e fotoreporter sia in serie A che in serie B. Sabato scorso, in occasione dell’incontro di calcio Cosenza- Cremonese presso lo stadio San Vito- Marulla, uno steward si è posto in maniera aggressiva nei suoi confronti cercando di intimidirlo con aggettivazioni e con modi bruschi, che incutevano paura. “Perché proprio a me?”- ci racconta Golia- come se stesse trovando forza. “Lui ha grandi pregiudizi nei miei confronti, l’anno scorso li ha anche esplicitati cercando di deridermi per il mio aspetto fisico. L’exploit maggiore risale proprio a sabato scorso.” Nessuna scusa, nessun ripensamento da parte dello steward, il che ci fa riflettere su quanto vicende di discriminazioni come queste siano, purtroppo, all’ordine del giorno. “Mi piacerebbe abbracciarci in campo, darci la mano, diventare amici, lanciare un segno per diventare testimonial dello sport perché lo sport è un gioco e deve unire e l’esempio deve venire da noi protagonisti, diretti o indiretti, che abbiamo il dovere di comportarci in una determinata maniera. Mi piacerebbe che ora dessimo noi l’esempio contro la discriminazione dello sport che purtroppo, per una piccola minoranza, ancora esiste.” Ci si rende conto di quanto questi episodi segnino il futuro anche dei giovani che, nonostante le difficoltà che la vita pone loro davanti, decidono di intraprendere determinati percorsi, rischiando di imbattersi in vessazioni come queste. Golia, a proposito, ci racconta di un incontro ravvicinato con un ragazzo in carrozzina che gli ha espresso il desiderio di fare il suo lavoro. “Se si fosse trovato al mio posto probabilmente non avrebbe fatto più il giornalista. Io poco poco più forte lo sono, mi sono fatto il callo.” È importante imparare a pesare le parole, i comportamenti perché sono taglienti e posso spezzare le ali ai sogni prima ancora di poter spiccare il volo. “Questo noi lo dobbiamo evitare perché la nostra missione di giornalisti è quello di sensibilizzare, di far sì che le persone possano essere trattate tali indipendente dall’aspetto fisico, dalla cultura, dalla religione in modo tale che tutti quanti possiamo dare il nostro meglio nel campo. È difficile per un giovane giornalista che ha già difficoltà perché porta con sé delle sofferenze reagire ai soprusi; significherebbe stroncare la passione sul nascere.”
Un forte abbraccio per Pasquale Golia che con la sua testimonianza ci invia un messaggio profondo ancora oggi non scontato, nonostante le tante lotte e conquiste per l’uguaglianza, affinché possa smuovere le coscienze di ciascuno e possa dare conforto a coloro che sono provati dalla vita.
“Bisogna essere forti.”