La Festa del Cinema di Roma: il vento di Fellini e gli anni più belli

Erano passati dieci minuti e già non v’erano più posti.

Queste le premesse dell’incontro ravvicinato con il regista messicano Alfonso Cuarón. L’organizzazione aveva però previsto anche questa eventualità e in tutta la città di Roma sono stati disposti dei punti dove poter vedere l’evento in live streaming.

Alle ore 19:35, la piccola sala del Cinema Savoy, posizionato in un’invidiabile posizione (a due passi da Piazza Fiume) ha aperto le porte a circa cinquanta persone per assistere in streaming all’evento che si stava svolgendo all’Auditorium Parco della Musica.

«Una sera, ero solo a casa e ho avuto l’opportunità di vedere Ladri di biciclette pensando fosse un film d’azione. Dopo averlo visto capì d’essermi confrontato con un cinema diverso».

 Da questo momento le parole del premio Oscar sono state pronunciate solo in nome di una forte riverenza e considerazione del cinema italiano, con una serie di sequenze che vanno dal più dimenticato Marco Ferreri al più noto Fellini, dagli applausi per il Padre Padrone dei fratelli Taviani sino alla disillusione degli ideali di Scola.

Il regista messicano non è in un dialogo, ma in uno dei suoi film è attento a non dimenticare alcun particolare del suo passato, del passato glorioso del cinema italiano, ma anche della più recente contemporaneità rappresentata per lui da Michelangelo Frammartino, Valeria Golino, Emanuele Crialese e Alice Rohrwacher.

Sostiene che serve dare il giusto merito a chi sta dietro la macchina, dai montatori e direttori di fotografia agli sceneggiatori ma non nasconde una certa fascinazione per quegli attori capaci di far tutto come Mastroianni o Sordi.

Poi la (doppia) sorpresa: una delle sequenze scelte, il finale de La dolce vita, viene montata insieme alla scena della spiaggia del film Roma di Cuarón. Il regista commosso dall’omaggio, dirà di aver usato il vento di Fellini per l’intera scena. «Il suono che domina tutto. Fellini è un fondamento del cinema».

Infine, tra le chiose finali, tra un messaggio sull’inutilità della propaganda al veleno della narrativa dichiara che: «il cinema può esistere senza attori, senza colore, senza luce, senza suono e senza storia ma non senza il tempo».

Dopo essere stato acclamato sul red carpet, non sono stati risparmiati gli applausi per Claudio Baglioni. Il cantautore romano è presente alla Festa del Cinema di Roma per presentare In questa storia che è la mia, la sua opera-concerto che giudica come «uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali; è stato girato nel periodo più complesso, con i teatri chiusi, con le persone a casa. Farlo al Teatro dell’Opera è stato quasi una ribellione». Il 2-3-4 novembre uscirà nelle sale prodotto da Medusa.

Ma Claudio Baglioni non è solo uno dei cantautori più noti del panorama italiano da cinquant’anni a questa parte, ma è anche la memoria storica della sua città e dei vari contesti sociali che ha vissuto. Le borgate, gli storici pidocchietti a Centocelle e i primi film da Zorro contro Maciste a Il mago di Oz. Tra le scene scelte d Claudio c’è Rocco e i suoi fratelli.

Immediati gli aneddoti sul militare, sulla “nobile arte” del pugilato ma anche le mani sulle orecchie che i genitori mettevano per non far sentire le parolacce. Come nel film, anche il suo arrivo alla Stazione di Milano che sembrava di essere arrivati in un Paese completamente diverso.

«Il cinema sarà sempre legato – per me – all’idea di trovarsi davanti ad un teatro, comprensivo di molte discipline. Non ho mai capito le multisala o i divanetti comodi. Per me il cinema è quella trepidazione comune».

I ricordi della RCA in mezzo alla campagna e di Fratello Sole e Sorella Luna e dei relativi provini con Zeffirelli. Il ricordo lascia il passo alle più recenti collaborazioni come quella con Muccino per Gli anni più belli: «Quando Gabriele mi ha raccontato la storia ho capito che aveva il sapore dei miei testi».

Momenti piuttosto toccanti quelli che hanno visto, con la regia di Tornatore, la collaborazione tra la Festa del Cinema di Roma e il Policlinico Gemelli: «il cinema è la miglior terapia».

Per il quinto anno consecutivo, infatti, la sala MediCinema, che svolge una terapeutica azione di sollievo proponendo un’adeguata programmazione filmica ai pazienti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diventa sede dislocata della Festa del Cinema di Roma ospitando due film della manifestazione; offrendo ai pazienti la possibilità di partecipare in diretta al festival cinematografico pur rimanendo in ospedale. Al termine dell’evento, Claudio Baglioni, ha annunciato la sua prossima Tournée composta di circa cinquanta concerti. 

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