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Gli animali da sempre suscitano nell’essere umano sentimenti contrastanti come il timore, il rispetto, la curiosità divenendo parte integrante della nostra esistenza, trovando spesso espressioni nell’arte, nella letteratura e nella religione.
Le prime interazioni tra l’essere umano e animali hanno radici molto antiche.
Questa relazione si è sviluppata per reciproci interessi quali cibo e protezione, andando a creare una connessione sempre più profonda tra l’uomo e le specie animali.
Possiamo ritrovarlo nelle religioni antiche basate sull’adorazione di una divinità animale, come nella cultura egizia, dove venivano venerati dei con sembianze sia animali che umane.
Anche in religioni attuali – prevalentemente in Africa e foresta amazzonica – nelle quali le tribù mantengono una visione unificata di questa relazione poiché la natura è considerata fonte di sopravvivenza e per questo viene rispettata e venerata.
Lo sviluppo di una visione antropocentrica ha portato ad un ampio sfruttamento, dal lavoro nei campi o anche il loro utilizzo nei circhi e zoo, nei quali venivano maltrattati dall’uomo, con anche momenti di conflittualità. Negli ultimi anni, si sta cercando di risolvere la situazione tramite legislazioni e studi atti a proteggere e aumentare le conoscenze delle specie animali che compongono il nostro pianeta, per costruire una relazione uomo-animale che sia corretta e sostenibile.
Darwin, con la sua teoria sull’origine delle specie, ha dato dimostrazione della piena continuità tra gli esseri umani e gli altri esseri viventi andando a negare l’antropocentrismo ha promosso indirettamente la ricerca scientifica sul comportamento e sulla mente animale.
L’uomo non è più al centro del mondo, ma è parte di esso; e ha diritti e doveri verso gli altri esseri viventi, per cui la mentalità dello sfruttamento si sta modificando verso un comportamento più collaborativo.
È stata riconosciuta loro la dignità di esseri senzienti, capaci di provare emozioni, di sentire piacere e dolore, di fare cose perché motivati. Se prendiamo l’esempio dei pesci, si è sempre detto che non provassero dolore e non si ammalassero – frase smentita da studi che hanno provato la presenza di recettori del dolore – oppure come gli elefanti riescano a tramandare la paura e l’odio verso gli umani, quando vengono attaccati dall’uomo, di generazione in generazione, costruendo una memoria.
Un’altra categoria di cui non dimenticarsi, è quella degli animali domestici, i quali hanno visto modificare il loro status da oggetti utili al lavoro ad animali da compagnia e soddisfacimento personale, colmando mancanze e supportando bisogni.
Molti studi hanno fatto vedere la loro importanza per le nostre vite partendo dalla semplice compagnia a veri e propri supporti psicologici utilizzati anche in ambito ospedaliero per rendere felici le persone che hanno gravi problemi di salute come la horse therapy o la dog therapy. Oltre ad essere, in altri casi, importanti sostegni per non vedenti e per chi ha limitazioni fisiche, andando loro a dare una mano nelle attività giornaliere.
Nonostante ciò, per molte persone possono diventare dei pesi o limitazioni per svolgere le loro attività ludiche, così da decidere di abbandonarli oggettificandoli come se non provassero sentimenti.
L’abbandono può capitare per vari motivi: dal non avere più tempo da poter passare con il proprio animale, al vederlo come peso per le proprie vacanze ed egoismo.
Questo porta a gravi danni per cani e gatti ad esempio, perché a causa della nostra vicinanza possono aspettare per molto tempo (fino a sentirsi male) il proprio padrone. Inoltre, non essendo più abituati a vivere in un ambiente naturale, potrebbero soffrire la mancanza di cibo e di acqua fino alla morte.
Per questo sono stati stabiliti dei regolamenti sul trattamento degli animali attraverso l’articolo 727 del codice penale, nel quale viene scritto che chiunque abbandona un animale domestico o in cattività è punito con l’arresto fino ad un anno e un’ammenda che può arrivare fino a 10.000 euro.
Nonostante ciò, si stima che in italia, secondo la Lega anti-vivisezione, in media 80.000 gatti e 50.000 cani vengono abbandonati prevalentemente nel periodo estivo e questo porta l’80% di questi al rischiare di morire per incidenti o cause del tutto immeritate.
Cosa possiamo fare per evitare questi episodi?
Se si vede un abbandono, mentre accade, è molto importante prendere più informazioni possibili e chiamare le autorità competenti altrimenti niente ci esime dal diventare complici.
Si devono chiamare le autorità anche se si trova un animale da solo per strada o portarlo al primo centro veterinario più vicino, poiché se presente il chip si può risalire al padrone.
Invece per chi possiede un animale domestico la prima cosa da fare è valutare se si è in grado di prendersene cura altrimenti lo si può portare in centri che accolgono animali o di trovare persone fidate a cui affidarli.
Un altro grave problema che si può presentare è abbandonando animali addomesticati, i quali di solito sono specie esotiche invasive (alloctone).
Si tratta di animali di altre regione geografiche che hanno sviluppato la capacità di mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico, andando a creare una vera e propria minaccia.
In Europa sono presenti circa 12.000 specie esotiche, delle quali approssimativamente il 10-15% è ritenuto invasivo.
In questo gruppo si trovano le specie arrivate attraverso il traffico illegale, i quali vengono presi per circhi, zoo, per compagnia e anche altre specie uccise per vendere parti quali corni, pelli e ossa come trofei o per essere utilizzati dalla medicina tradizionale, aumentando il rischio di estinzione di questi animali nei loro habitat naturali.
Nessun animale fa dell’uomo una preda esclusiva ma alcuni predatori, come orsi, lupi e serpenti, lo possono attaccare in situazioni estreme per protezione dei cuccioli, fraintendimento di movimenti fatti dalle persone o anche per fastidio attivo alle specie selvatiche.
Questo può portare in molti casi all’abbattimento di questi individui pur non avendo colpe.
Molto spesso d’estate si sente di molti attacchi da parte dei serpenti e di conseguenza di una campagna di uccisione che deve essere fatta per ridurre il numero degli individui, uccidendo specie protette o non velenose, scambiate per vipere, unica specie velenosa presente nel nostro paese.
In Italia, il tasso di morsi dovuti a serpenti velenosi è diminuito successivamente allo sviluppo di nuove tecniche agricole, in queste zone c’era un alto tasso di attacco poiché nei campi si trovavano molte specie.
Un obiettivo è quello di offrire alle nostre specie faunistiche una maggior libertà di movimento e di proteggerle dai rischi derivanti gli attraversamenti di infrastrutture.
Questo servirà anche a tutelare meglio le popolazioni e le attività, a rendere più sicura la mobilità delle persone ma anche a ridurre i rischi derivanti da interferenze dirette soprattutto in ambienti urbani.
Per circoscrivere le aree di movimento delle specie selvatiche, in Trentino e in Abruzzo dove molti paesi si trovano all’interno di parchi nazionali e le interazioni con animali selvatici è molto elevato, i guardiaparco e forestali prendono parte a progetti di manutenzione dei terreni mediante reti elettrificate, con elettricità al minimo per tenere lontane le specie o privati che costruiscono pollai rinforzati per non subire danni dalla fauna selvatica.
I progetti di volontariato all’interno dei parchi sono un’arma molto importante per supportare i progetti in atto per la salvaguardia del territorio come la potatura di alberi da frutta sia nelle proprietà private sia in prossimità dei tornanti delle strade di montagna i quali tendono ad attrarre animali selvatici, portandoli ad avere un alto rischio di morte a causa di incidenti con macchine.
Rimuovendo gli avanzi di cibo che possono trovare in zone apposite, utilizzate per dare da mangiare agli animali che però fanno aumentare il numero di animali nei centri urbani poiché si abituano ad usufruire di queste zone cibo.
Per preservare le specie animali a rischio estinzione sono state fondate organizzazioni internazionali, come il WWF, che hanno iniziato a finanziare la creazione dei progetti di conservazione in cooperazione con enti e associazioni locali per avere una maggior conoscenza dell’animale per strutturare al meglio questi progetti.
Così da riuscire a ridurre i rischi riguardanti il bracconaggio e traffico illegale, riduzione e frammentazione degli habitat naturali e conseguente riduzione del numero delle popolazioni.
Importante nella realizzazione di questi progetti sono le campagne di sensibilizzazione che vengono portate avanti per aumentare la conoscenza, che le persone non del settore possono avere, sull’importanza delle specie in quel determinato ambiente.
Soprattutto quali sono i benefici che possono portare a noi in ambito economico.
Tutti possiamo dare una mano anche con donazioni che possono sostenere queste associazioni nel creare progetti sempre più strutturati e che possono prendere in esame una o più specie che sia o non a rischio.
Dobbiamo ricordare sempre che tutti gli animali sono un ingranaggio per mantenere un equilibrio all’interno dell’ecosistema per non avere problemi in futuro per la nostra specie. La nostra sopravvivenza è legata a quella delle altre specie viventi sul pianeta e riuscire a creare una cooperazione porterebbe vantaggi per entrambi.