Le elezioni amministrative a Roma potrebbero riservare delle sorprese: da un lato, il testa a testa, sempre più probabile, tra Michetti e Gualtieri; dall’altro, l’incognita Calenda. Il fondatore di Azione si sta spendendo molto per la campagna romana, con la consapevolezza di poter avere un ritorno in termini di consenso sul piano nazionale: ha iniziato la campagna elettorale prima di tutti (ottobre 2020), usa bene i social network e, soprattutto, raccoglie i voti trasversalmente, da destra a sinistra, passando per il centro moderato e liberale. E se il primo turno, com’è verosimile, dovesse portare la coppia Michetti – Gualtieri al ballottaggio (i cui partiti di appoggio per tradizione, rispetto ad Azione, sono radicati sul territorio romano), Michetti dovrebbe recuperare alcuni voti per raggiungere e superare lo sfidante.
Come farlo e da quale fonte attingere? Presto rivelato.
In fedele ossequio delle proiezioni più realistiche, Michetti al ballottaggio sarebbe sotto rispetto a Gualtieri di circa tre punti percentuale. Più o meno, si ipotizzerebbe un 58% (Michetti, ndr) contro un 61% (Gualtieri, ndr). La partita, allora, si giocherà nel recupero del tanto piccolo quanto determinante divario. I voti della Raggi, con buone probabilità, non confluiranno certamente verso il candidato del centrodestra; è verosimile che una metà di essi vada a sostegno di Gualtieri, mentre l’altra si astenga. Così come è probabile, al contrario, che alcune liste minori (come quella del candidato Andrea Bernaudo, “Liberisti italiani”) supportino Michetti, pur senza garantirgli, esse soltanto, di recuperare quel 3% mancante.
Il jolly, dunque, è Calenda. A cui perfino il min. Giorgetti aveva ammiccato qualche giorno fa sulle colonne della Stampa, definendolo: “L’uomo giusto per amministrare Roma”. Anche Orlando (PD) l’altro ieri ha affermato che “a Roma la destra si è resa conto di aver sbagliato candidato e ha deciso di sostenere Calenda”, come riporta l’AGI. E la quantità di voti che presumibilmente prenderà l’unica lista a suo supporto, cioè Calenda Sindaco, sarà superiore rispetto alle aspettative. Peraltro, tra i corridoi delle istituzioni si vocifera che potrebbero essere avvenuti incontri informali tra uomini vicini a Michetti e altri in sostegno di Calenda.
Michetti, quindi, punta su di lui per superare Gualtieri al ballottaggio. Lunedì, poco dopo l’inizio dello spoglio del primo turno, Michetti potrebbe contare sull’effetto-annuncio: fare un encomio a Calenda, nel quale il leader di Azione verrebbe ritenuto l’uomo giusto per l’amministrazione di centrodestra. Così, indipendentemente dalla reazione di Calenda, Michetti potrebbe intercettare una cospicua parte dei voti della sua lista e deviarli su di sé al ballottaggio. Sulla base di un ragionamento ipotizzato, si tratterebbe di una metà dei 3/4 dei voti di Calenda: posto che 1/4, circa, si asterrebbe; considerato che una metà dei 3/4 potrebbe virare su Gualtieri; tuttavia l’altra metà supporterebbe Michetti in maniera sufficiente per garantirgli il successo contro Gualtieri. Anche perché non bisogna dimenticare che sì Calenda è supportato da una sola lista, ma a suo sostegno ci sono anche i voti di Italia Viva a Roma, che al ballottaggio potrebbero confluire verso Gualtieri, come affermano fonti interne.
Michetti, pertanto, cavalcherà l’onda di Calenda con l’idea di intercettare una parte del consenso per battere Gualtieri. Se lo scenario del primo turno dovesse confermare le aspettative per il ballottaggio, la strategia descritta potrebbe essere molto più reale che inverosimile. Nella politica di oggi basta poco per muovere migliaia di persone: un elogio a un avversario temibile. In fin dei conti, ogni politico avveduto sa bene che i nemici è meglio tenerseli vicino.
Micetti Gualtieri Calenda?vince Raggi fatevene una ragione!