Col decreto n.257 del 6 agosto 2021, il Ministero dell’Istruzione ha finalmente adottato il “Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, ossia il Piano Scuola per l’anno 2021/2022.
Il documento ribadisce, già in premessa, l’affermazione del valore formativo della didattica in presenza: la priorità è quella di assicurare a tutti lo svolgimento delle attività scolastiche in aula, in vista della «riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani», fermo restando il mantenimento di tutte le misure di prevenzione del contagio (aerazione dei locali, igiene delle mani, divieto di assembramenti, sanificazione degli ambienti, distanziamento fisico).
Un posto di rilievo occupa la promozione della campagna di vaccinazione – definita nel documento «la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione della Sars-Cov-2» – anche fra gli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni, con l’esplicito invito alle istituzioni scolastiche a portare a termine attività di informazione e sensibilizzazione volte a «consolidare la cultura della sicurezza».
Il decreto introduce, di fatto, la novità dell’obbligo della certificazione verde per il personale scolastico, che ha prevedibilmente generato accese polemiche. Perciò, il ministro dell’Istruzione Bianchi ha prontamente chiarito: “Chi ha problemi di salute sarà escluso dal pass e chi non vuole vaccinarsi sarà invitato a fare il tampone”.
Per quanto riguarda le gestione dei casi di contagio, restano sostanzialmente confermate le procedure messe in atto durante l’anno precedente, con la riduzione del periodo di quarantena a 7 giorni per quanti abbiano completato il ciclo vaccinale.
Inoltre, una quota parte delle risorse non spese del finanziamento governativo per l’a.s. 2020/21 è destinata al potenziamento dell’organico, con l’attivazione di ulteriori incarichi temporanei di personale tecnico-amministrativo e personale docente per il recupero degli apprendimenti.
Nella parte conclusiva del documento si legge – abbastanza inaspettatamente – che nelle località che si trovano all’interno di una zona bianca sarà possibile effettuare uscite didattiche e viaggi di istruzione, «purché si permanga in aree del medesimo colore bianco», fermo restando che andranno svolti nello scrupoloso rispetto delle norme igienico-sanitarie e dei protocolli che disciplinano gli specifici settori (es. visite ai musei, ingresso ai cinema e ai teatri, uso dei mezzi di trasporto etc.).
Non è chiaro quale sarà la prassi in caso di attività che richiedono l’obbligo di certificazione verde, come ad esempio l’accesso a musei e teatri. Sarà sufficiente l’esecuzione di un test antigenico con esito negativo nelle 48 ore precedenti o verrà elaborato uno “School pass” ad hoc?