Gli occhi aperti contro il cielo, la bocca dischiusa per lo stupore. Succede anche agli adulti, talvolta, di tornare bambini, soprattutto davanti a un’esplosione di luce danzante o a una foresta di fiori di vetro. Non si tratta di fantasia, ma di una nuova iniziativa artistica. Dopo la pandemia da Covid-19, gallerie e musei hanno dovuto fare i conti con la chiusura forzata ma ora, il mondo dell’arte sta riorganizzando una cauta riapertura, che include una serie di mostre sorprendenti e installazioni all’aperto al limite dell’assurdo; e tutte a prova di pandemia. Gli spettacoli offerti coprono una vasta gamma di iniziative. Tra le più attese, le installazioni di artisti rinomati a livello internazionale, eppure non mancano nemmeno le opere degli artisti locali, che si impegnano a dare vita a un’arte pubblica capace di scuotere persino lo spettatore più lontano dal mondo dell’arte.
Molte di queste opere sono state create in risposta diretta agli eventi del 2020, come “The Playwood Protection Project”, una serie di sculture di protesta, realizzate riciclando le tavole di compensato utilizzate per sigillare le vetrine durante le manifestazioni americane di Black Lives Matter e ora, sparse per tutti i quartieri di New York City. Altre esplorano l’aggravarsi della crisi climatica, colonizzando le foreste e persino le più antiche sorgenti termali giapponesi con giochi di luce caleidoscopica e forme bizzarre, spingendo lo spettatore a riconsiderare in maniera critica il suo rapporto con la Terra.
Una delle installazioni più significative in questo senso è stata realizzata dal collettivo artistico internazionale teamLab e potrà essere visitata dal 16 Luglio fino al 7 Novembre 2021. teamLab tornerà allo storico parco Mifuneyama Rakuen in Giappone per dare vita, per la sesta volta, alla sua installazione immersiva, “teamLab: A Forest Where Gods Live”. Usando la foresta come una tela, teamLab proietterà luci, colori e forme in movimento su rocce, grotte e alberi sacri che risalgono tra i 300 ei 3.000 anni fa. Persi nella natura, dove i confini tra giardino artificiale e foresta non sono chiari, lo spettatore avrà la possibilità di sentire il legame profondo che lo lega alla Terra; un legame particolarmente caro anche ad un altro artista, protagonista di questa serie di mostre, lo scultore americano Dale Chihuly, famoso in tutto il mondo per le sue ultraterrene opere di vetro.
Le sue sculture, che enfatizzano la fragile bellezza della natura su scala spesso maestosa, sono state esposte in ogni parte del globo, ma principalmente al Chihuly Garden and Glass Museum di Seattle. Quest’estate, fino al 1 Agosto 2021, l’artista pionieristico ha organizzato la sua prima grande mostra di giardini, chiamata “Dale Chihuly: Glass in Bloom”, in Asia, ai Gardens by the Bay di Singapore. Protagoniste dello spettacolo, le sue imponenti forme di vetro colorato, simili ad alberi e sottili canne di bambù che, fluttuando sospese nel cielo notturno, riflettono il loro riverbero luminoso sul capo degli spettatori.
L’arte, insomma, ritorna in azione e, attraverso i suoi colori, riprende dopo tanto tempo a parlarci di noi e del nostro rapporto con le cose, dimostrandoci che lo stupore, è la chiave vincente per raggiungere il cuore degli uomini.