La popstar internazionale ha rotto il silenzio dopo anni in cui ha fatto perdere le sue tracce, tra sotterfugi e piani diabolici ideati da chi le era accanto, in primis il padre Jamie Spears
“Ora vi dico la verità. Non sono felice. Ho fatto credere al mondo intero di esserlo. Credevo che dicendolo abbastanza forse lo sarei stata davvero, ma non volevo ammetterlo. Ero sotto shock. Sono traumatizzata e depressa. Piango ogni giorno”. Inizia così il discorso di Britney Spears, la star che dal 1998 ha cavalcato le scene della musica pop internazionale con canzoni come Hit Me Baby One More Time, Toxic e Gimme More e di cui da alcuni anni a questa parte si erano perse le tracce.
Una lotta, la sua, che ha inizio nel 2007, l’anno più buio della popstar. Alcool, droghe e vita sregolata hanno gravemente danneggiato la salute psicofisica della Spears tanto da renderla non più in grado di badare a sé stessa autonomamente. Dopo un lungo periodo di ricovero presso strutture di riabilitazione, la tutela della cantante passa direttamente nelle mani del padre Jamie, l’unico a potersi occupare della situazione economica della figlia.
Da molti considerato un arrivista ed approfittatore, è proprio dal subentro di quest’ultimo nella vita della Spears che inizia il vero calvario della giovane cantante.
Per anni Britney non ha potuto professare la sua verità, non ha potuto difendersi e dire la propria opinione riguardo a ciò che stava accadendo nella sua vita. I fan di tutto il mondo, preoccupati per le condizioni di estraneità in cui la cantante era relegata, nel 2014 hanno deciso di fondare il movimento #FreeBritney, atto a portare alla luce dei media la veridicità dei fatti con l’intenzione di salvare la Spears dalle grinfie dei tutor padroni. Una tesi, questa, avvalorata anche dai molteplici “segnali” che la popstar mandava tramite il suo profilo Instagram e dal quale trapelava il suo stato mentale fortemente messo sotto pressione.
Durante la sua disposizione, tenutasi virtualmente presso la Stanley Mosk Courthouse di Los Angeles, la Spears si è detta stufa della tutela del padre e di voler riprendere in mano la sua vita tanto da decidere di far causa alla sua famiglia.
“Voglio sposarmi e avere un figlio. Volevo farmi togliere la spirale e avere un bambino, ma i miei tutori non me lo fanno fare perché non vogliono che abbia un figlio” ha spiegato la cantante al giudice Brenda Penny.
Stando ai documenti legali pubblicati dal New York Times, il padre Jamie controllerebbe ogni aspetto della sfera pubblica e privata della figlia. Dagli uomini che la trentanovenne deve frequentare al colore degli armadietti della cucina. Un regime di vita che la donna non sopporterebbe più e che l’avrebbe annientata a livello psicologico.
La Spears sarebbe ora assolutamente contraria a sottoporsi ad altre perizie psichiatriche fortemente volute dai suoi tutori i quali addirittura avrebbero costretto la cantante a seguire una pesante (ed immotivata) terapia a base di litio sotto la guida di un terapeuta, poi deceduto. Gli stessi che in primis il genitore, si appropriavano di tutti i guadagni della popstar, alla quale invece spettava una “misera” paga da duemila dollari a settimana a fronte dei milioni di dollari ottenuti dai suoi strabilianti concerti tenuti in tutto il mondo.
Inoltre, sembra che da tempo la Spears stia provando a liberarsi della forza oppressiva del padre. Risale infatti al 2016 un rapporto dettagliato di tale richiesta, mai però accolta del tutto in quanto fortemente osteggiata.
Dopo anni Britney è tornata a parlare, a far sentire la sua voce. “Sono stanca di sentirmi sola. Ho lavorato per tutta la vita ed ora merito di averne una”. Una vita che, anche grazie ai fan che da anni supportano le vicende legali della popstar, sta pian piano riuscendo a riprendere in mano. E parlarne davanti una corte non è stato solo che l’inizio.