Sognando l’Ancien Régime

Sebbene negli ultimi tempi vaste aree dell’Europa siano cadute o potrebbero cadere nella ferrea morsa del Populismo dilagante, oggigiorno i partiti della vecchia democrazia rappresentativa tentano una resistenza ad oltranza avverso codesti nuovi movimenti.

I problemi in Occidente non mancano è chiaro, è la conseguenza della globalizzazione: nuovi bisogni da soddisfare, nuovi obbiettivi da raggiungere, esigenze economiche sempre più ricorrenti per far fronte a quello che la Civiltà Occidentale richiede.

La crisi economica ad esempio ha giuocato un ruolo fondante nelle elezioni nazionali e comunitarie che si sono susseguite negli ultimi due lustri.

Fino a pochi anni fa infatti, tutti i partiti di ‘’ vecchio conio ’’ hanno tentato di trovare una soluzione a questo problema: i partiti liberali hanno sottolineato e continuano a sottolineare l’importanza di investire nelle infrastrutture e nelle imprese, i partiti di sinistra invece hanno puntato e tutt’ora puntano sul Lavoro.

Ricette vecchie, obsolete come da alcuni son state definite, che non piacciono più.

Le popolazioni hanno sentito e sentono la necessità di sentirsi dire quello che piace, quello che a volte è completamente inutile alla soluzione del vero problema, hanno avvertito la volontà di menare il can per l’aia!

Si pensi a ciò che accade nel nostro Paese, al crescente sentimento di repulsione verso quelli che sono stati e sono i partiti della Seconda Repubblica, si pensi a questa brama di vedere a tutti i costi nuovi individui al potere, alla necessità di riformare l’organo amministrativo dell’Azienda Italia.

Non importa che ‘’l’amministratore delegato’’ sia inadeguato per il delicato ruolo che ricopre, non importa che egli non abbia le consolidate esperienze per esercitare la funzione direttoriale di concerto ai suoi colleghi, non importa assolutamente che abbia idee contrarie a quelli che sono i Diritti Fondamentali dell’Uomo, principi per cui molti antichi ed illustri Stati hanno lottato durante la storia contemporanea, non importa ciò che dissero e dimostrarono con i fatti gli economisti Keynes, Lucas, Sargent…

Ora come ora appare necessario per la stragrande maggioranza dei cittadini rimettere in discussione tutto, cambiare, smontare tutto, commutare, emendare la storia, le regole dell’economia, le regole del gioco, emendare perfino le norme sociali!

Basti pensare al comune sentimento di Divina Indifferenza quando ‘’un amministratore delegato’’ pronunzia commenti offensivi e lesivi della dignità di alcuni individui, l’importante è che stia lì e che continui a fare ciò che ha promesso.

Basti volgere lo sguardo a chi recava onta al grande Sud, a chi gridava contro chi amministrava il Paese e contemporaneamente la propria Attività e poi, dopo pochi mesi dall’Atto d’Investitura, si trovava a dover giustificare obtorto collo i problemi che derivano da una Propria Attività imprenditoriale.

Ebbene sì, anni fa ciò poc’anzi espresso per un Uomo in particolare era oggetto di vessazioni e di aspre critiche, adesso però conta il Nuovo, il Giovane, il ‘’non c’è alternativa’’, ‘’l’uno vale uno’’, il ‘’chi se ne importa, sta mantenendo le promesse, gli altri hanno solo mangiato!’’…

L’importante è avere nuovi amministratori, vedere nuove facce!

La domanda sovviene spontanea: siamo davvero arrivati a questo punto dell’istoria?

E’ così importante vedere risolti problemi sì esistenti, ma non fondamentali alla sopravvivenza delle popolazioni?

In un’epoca ove le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese risulta innato nel comune sentimento dell’Uomo cercare la via più facile.

Ahinoi però lo stesso Proudhon, padre dell’anarchismo, disse: insegna al medicante a pescare, non dargli pesce se questi è affamato!

Norme ‘’contro divano’’, ‘’redditi di sussistenza’’, ‘’decreti contro decreti indegni’’ appaiono come semplici analgesici.

Quando vi è un’infezione batterica però la cura sta nell’antibiotico e non nell’antinfiammatorio!

Alcuni hanno aperto gli occhi e stanno aprendo gli occhi, poiché l’Antico Regime, in tutti i suoi errori e le sue contraddizioni mai ha tentato di mettere in discussione le regole dell’economia, della civiltà, il venire incontro alle esigenze di tutti.

Mai l’Ancien Régime si era spinto ad andare contro gli accordi presi in passato.

‘’Pacta Sunt Servanda’’, un patto è un patto e va comunque rispettato, questo almeno dovrebbe essere alla base dell’educazione primaria che riceve ognuno di noi, lettori e non.

Stesso Jellinek in piena Restaurazione osservò l’esigenza per gli Stati di limitare il potere assoluto dei Sovrani, in quel caso Asburgici, attraverso organi di garanzia.

Pensiero condiviso ed applicato anche durante il nostro Ancien Règime ma che ora, in conclamata ‘’Retro-Rivoluzione’’, fa parte del vecchio pensiero liberale.

Cosa importa se vi è un dettame che non piace da rispettare, si prova una blanda mediazione, altrimenti pazienza, NON LO SI RISPETTA!

Ordunque in un delicato momento come questo appare necessario rientrare nei ranghi della nostra consapevolezza, compiere un discernimento tra rabbia e ragionamento, occorre ragionare, ragionare e ragionare, misurare l’esatto peso specifico del problema da risolvere e concentrarsi su ciò che invece deve necessariamente essere risolto.

Sfogarsi sì, lo sfogo e la rabbia verso il generale malfunzionamento della Società fanno parte delle regole dell’Esistenza, ma deve tutto questo essere limitato, temporaneo, come avveniva durante l’Antico Regime.

Tuttavia i problemi secondari non devono eclissare quello su cui realmente si deve intervenire, non deve esser avulsa la ‘’ Distrazione Circense da Circo Massimo ’’, già in vigore nella Roma Repubblicana e messa strategicamente in atto per far dimenticare ai romani i problemi di Urbe…

Come detto, oggi la crisi economica ad esempio è una grave infezione, si rifletta: sono stati deliberate misure ‘’analgesiche’’ eppure, dati alla mano, la prognosi è nefasta e peggiorativa.

Si mediti strettamente uniti poiché quelli che non cambiano mai idea non cambiano mai niente.

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