La Formula 1 a Baku: tra pista e politica

Per il sesto appuntamento del mondiale di Formula 1, il Circus si ritrova a Baku, capitale dell’Azerbaijan e sede di un altro circuito cittadino, molto diverso però rispetto a quello di Monaco, essendo questo molto più veloce (260 km/h di media al giro) ma comunque tecnico e non esente da sfide, con un settore centrale pieno di curve, tra cui la sezione del castello che è tra le
più difficili di tutto il mondiale.

I team arrivano in Azerbaijan in un momento politico “caldo” per la f1 con Red Bull e Mercedes, le regine del mondiale, che si stanno scontrando sulla
questione ala anteriore e la loro flessione fuori regolamento. In sostanza, le due scuderie si accusano a vicenda di avere aggirato i regolamenti costruendo delle ali anteriori che riescono a flettere maggiormente ad alta
velocità limitando il carico aerodinamico e questo porta dei vantaggi nella velocità massima sul dritto; inoltre Mercedes avrebbe da ridire anche sull’ala posteriore della monoposto austriaca, anche se sembra, dalle immagini delle fp2 odierne, che i tecnici Red Bull abbiano parzialmente “sistemato” l’ala dato che la sua flessione sembrava decisamente inferiore rispetto a Barcelona.

Tornando a temi di pista, molto importanti in questo weekend saranno i freni, visto che ci troviamo in un circuito dove è difficile raffreddarli, di conseguenza si può incorrere nel rischio di non farli lavorare alle ottime temperature, generando il surriscaldamento di tutto l’impianto che, non lavorando bene, rischia di compromettersi. Oltre freni però, le squadre
dovranno fare particolare attenzione al power unit, perché le caratteristiche del circuito azero, tra i più veloci del mondiale, non permettono un raffreddamento pulito del sistema, specialmente in gara a pieno carico di benzina, quindi c’è rischio di surriscaldamento; in
più le monoposto sono dotate di un particolare filtro di protezione per la sabbia e altri detriti sottili essendo che il circuito si trova nei pressi del porto e l’alto vento che storicamente interessa la città, tanto da darne l’etimologia del nome, può portare lo sporco sulla pista. Per risolvere
parzialmente questi problemi i team sono andati a modificare l’aerodinamica nelle zone delle pance e il sistema di raffreddamento
per dare più aria al motore.

Ma dalla teoria passiamo al cronometro: le prove libere di oggi hanno mostrato una Mercedes in difficoltà sul giro secco, con Hamilton solo undicesimo e Bottas addirittura sedicesimo, ma il pluricampione britannico ha mostrato un passo gara decisamente a livello delle red bull, che hanno dominato la seconda sessione chiudendo primo e secondo con Perez davanti a Verstappen di un decimo ma con l’olandese decisamente in forma sul passo gara. Molto bene le Ferrari con Sainz 3° e Leclerc 4° ma con qualche difficoltà di gestione delle gomme sul passo; segue l’ottima Alpha tauri di Gasly e un sorprendente Alonso, veloce sul giro secco e costante nella prova gara.

Da sottolineare il buon venerdì di Giovinazzi che ha chiuso settimo a otto decimi da Perez.

Chiudono la top ten Norris, che a discapito delle premesse ha avuto qualche difficoltà con la sua McLaren, l’altra Alpine di Ocon e Tsunoda, a conferma dell’ottimo lavoro svolto dalla scuderia di Faenza.

Si prospetta dunque un sabato molto interessante, dove Red Bull è chiamata a confermarsi, Ferrari a continuare a guadagnare punti preziosi per il terzo posto e Mercedes che deve assolutamente battere un colpo, cosa che probabilmente è già nella testa di Hamilton e Wolff.

Per concludere, nella giornata di ieri è arrivata la notizia che il Gran Premio di Singapore non si disputerà per ragioni legate al Covid-19, che sia la volta di un Mugello 2.0?

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