Viviamo un’epoca difficilissima dove anche il semplice uscire di casa per incontrare i propri affetti sembra esser diventata un’utopia. In queste lunghe settimane di isolamento forzato spesso ho riflettuto sul senso più profondo della libertà. Libero di poter uscire, condividere, abbracciare, amare.
Quante volte abbiamo dato per scontato tutto questo, convinti fosse qualcosa che nessuno potesse toglierci. Quante volte ne abbiamo abusato, convinti che libertà significasse anche essere liberi di straparlare, ferire, umiliare.
Oggi, durante una pandemia devastante per l’intero pianeta, con le restrizioni imposte per combattere un nemico invisibile ma tremendo, capisco ancor di più quanto invece la libertà sia qualcosa da custodire gelosamente e da difendere con immensi sacrifici da chi, invece, vorrebbe privarcene.
Con questa nuova consapevolezza, dettata dalla austerità del periodo, è ancora più importante celebrare l’anniversario della Liberazione italiana dal Nazi-fascismo. Una data storica, che segna la vittoria della democrazia sulla dittatura e che ha posto le basi della Nazione libera in cui viviamo oggi, nonostante le difficoltà di questi anni.
Un’Italia che si fonda su una Carta Costituzionale scritta da popolari, comunisti, socialisti, liberali e da tutti quelli che si riconoscevano in un antifascismo che poi, nel tempo, è diventato antitotalitarismo.
La Festa della Liberazione è molto di più di un mero scontro ideologico tra qualche estremista di sinistra e qualche sciocco nostalgico del Ventennio. Dovrebbe unire tutti quelli che si riconoscono nei principi democratici e di libertà, che credono nello stato di diritto e che, in nome di tutto questo vogliono ricordare quello che il nazi-fascismo è stato e che mai più dovrà essere.
Parlo al futuro perché, come insegna Umberto Eco nel suo “Il Fascismo Eterno”, è possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che lui definisce l’Ur – Fascismo.
Eco ci ricorda che questo “è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe cosi confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la via non è così facile. L’Ur – Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.”
Dopo le parole di un grande maestro, non rimane che augurare a ognuno di voi una Festa della Liberazione carica di consapevolezza e pregna ricordo. Torneremo ad essere liberi, anche dal virus, e a difendere la nostra libertà.