2023: un anno di guerra e resistenza

Il 2023 è iniziato esattamente come l’anno precedente: guerre, rivolte, crisi economica, surriscaldamento globale.

La follia dell’uomo non ha tregua e, ancora una volta, dovremo tristemente raccontare della resistenza del popolo ucraino, del coraggio delle donne iraniane, del genocidio dei curdi e di guerre fredde che si consumano in silenzio sotto i nostri occhi.

Storie diverse, di popoli lontani migliaia di kilometri tra loro, accumunate da una forte volontà di esistere e di resistere e con la voglia di gridarlo al mondo intero.

Così, il prossimo 24 febbraio sarà già trascorso un anno da quella fatidica alba che ha visto le truppe di Mosca invadere l’Ucraina. Alcuni di noi sembrano quasi assuefatti dalle immagini dei bombardamenti, come se ormai facessero parte della nostra quotidianità ormai completamente cambiata. Intanto, senza alcuna pietà per il dolore, la guerra va avanti, spazzando via la speranza dei bambini ma anche il sorriso delle madri.

Per molti, ancora una volta, quello appena iniziato continuerà a essere un anno di guerra e di desolazione, un anno in cui in molti moriranno in difesa della propria libertà, la propria casa, il proprio diritto a esistere.

In particolare modo le donne e gli uomini iraniani, che da mesi portano avanti un’immensa battaglia di civiltà e giustizia contro un regime violento e oppressivo, ripagando con la propria vita le loro scelte di adesso in nome di un futuro migliore per i posteri.

La stessa sorte sta toccando ai curdi che, da anni, continuano a morire sotto le bombe di Ankara, portando avanti la loro causa – antica e senza memoria – che continua a scrivere tutt’oggi pagine di storia insanguinata.

Dunque, anche quest’anno, ancora una volta, dovremo continuare a scrivere di popoli e di mondi che continuano ad affrontare i propri mostri, cercando la luce nella più oscura delle notti.

È desolante sapere che in moltissimi stati ancora si continuerà a morire a causa di lotte fratricide generate dalla sete di potere di pochi a discapito di molti.

Ma è anche vero che molto spesso, se non sempre, la nostra scelta più facile è quella di girare lo sguardo dall’altra parte e far finta di niente perché non siamo noi direttamente le vittime.

Cosa possiamo fare realmente? Forse, l’unica soluzione realmente possibile è quella di una forte presa di coscienza da parte dell’occidente che, con coraggio, dovrebbe rinunciare ai propri interessi economici e all’indole egemonica che ha spesso caratterizzato la sua storia. Si direbbe una vera e propria utopia, ma l’obiettivo è quello di poter vivere in un mondo il più possibile giusto e solidale.

Riporre tutta la nostra fede e speranza in questo 2023 è quello che ci resta.

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