Francavilla al Mare, 29 ottobre 2022, Palazzo Sirena: una giornata ricca di riflessioni e spunti fondamentali per tutti i reporter di guerra che rischiano la loro vita ogni giorno in onore di un’informazione libera. Ritorna dopo un periodo di silenzio il premio istituito in memoria del reporter di guerra Antonio Russo, ricordato nella sua città durante il 22esimo anniversario della sua morte. Il giornalista freelance fu ucciso vicino a Tbilisi (Georgia), dopo esser stato rapito e torturato nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2000.
La giornata di premiazione è stata divisa in tre settori: il primo, di formazione per gli alunni delle scuole attraverso il corso “La percezione della guerra all’epoca della rete”, che hanno avuto l’onore di conoscere e approfondire di più la figura del giornalista di guerra. Una figura non del tutto indifferente, soprattutto in questi mesi di guerra in Ucraina. Il secondo è stato dedicato all’aggiornamento professionale per i giornalisti; il terzo ed ultimo step è stata la premiazione dei cinque partecipanti e candidati al premio Russo.
I premi sono stati realizzati dall’orafo Lupo – Lupo Gioielli: il premio alla memoria è stato assegnato ad Andy Rocchelli, fotoreporter freelance ucciso nel 2014 in Donbass da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino. A ritirare c’era il padre Rino che, nella commozione, ha ricordato il figlio e il coraggio e la dedizione con cui svolgeva il suo lavoro consapevole dei pericoli.
Il premio alla fotografia è toccato al fotoreporter freelance impegnato in Ucraina, Alfredo Bosco; a Nico Piro, inviato della redazione esteri TG3 con una lunga esperienza in Afghanistan, il premio per la televisione.
Gli ultimi premi sono andati a Jacopo Ottenga Barattucci, giornalista freelance e autore del podcast “La congiura del silenzio” finalista del Premio Morrione; al giornalista de La Stampa, Francesco Semprini, inviato di guerra in Ucraina è toccato il premio per la sezione carta stampata.
La cerimonia di premiazione è stata presentata da Paolo Di Giannantonio, giornalista Rai, che alla fine della proclamazione ha ricordato con immensa stima il lavoro del suo collega – nonché grande amico – Amedeo Ricucci, venuto a mancare nel luglio 2022. Fu inviato speciale di Professione Reporter, Mixer, TG1 e La Storia siamo noi, seguendo i più importanti conflitti degli ultimi vent’anni in vari Paesi: Algeria, Somalia, Bosnia, Ruanda, Liberia, Kosovo, Afghanistan, Libano, Iran, Iraq, Palestina, Tunisia, Libia, Siria. Era con Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in Somalia il 20 marzo 1994, giorno dell’uccisione della giornalista del TG3 e del suo cameraman. Presente al momento dell’uccisione del fotografo del Corriere della Sera, Raffaele Ciriello avvenuta a Ramallah il 13 marzo 2002, pubblicò su questo episodio il libro “La guerra in diretta- Iraq, Palestina, Afghanistan, Kosovo. Il volto nascosto dell’informazione televisiva”. Nel settembre 2011 creò il blog Ferri Vecchi e dal 2013 era tra i giornalisti della redazione di Speciale TG1. Il 3 aprile 2013 fu sequestrato in Siria, assieme ad altri tre giornalisti italiani (Elio Colavolpe, Susan Dabbous e Andrea Vignali) ad opera del Fronte al-Nuṣra, passata in quegli stessi giorni all’ISIS, appena costituito. I quattro sono stati liberati dopo 11 giorni, il 13 aprile 2013, dopo che era stato mantenuto il silenzio stampa per tutta la durata del sequestro.
Grande emozione l’hanno suscitata anche il cantautore abruzzese Nicola Pomponi, in arte Setak, e l’attrice Lorenza Sorino con il suo reading della testimonianza della madre di Antonio Russo – Beatrice Russo – circa i suoi ultimi giorni prima dell’omicidio (Lettera di una madre). Un ricordo che è stato onorato durante la premiazione, più e più volte, con parole cariche di orgoglio ed emozione dal sindaco di Francavilla al Mare, nonché sua cugina, Luisa Russo.
Tra gli ospiti del Premio, c’era anche il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio che ha sottolineato quanto Antonio Russo ci teneva a raccontare la guerra al di là dei riflettori. Una guerra che nessuno aveva il coraggio di raccontare e che ha procurato la sua morte perché aveva scelto di stare da una parte, ovvero dalla parte dei civili. Dalla parte di quelli che perdono e che ci rimettono. Esattamente come sta accadendo con la guerra in Ucraina, dove da una parte il buon giornalismo diventa scomodo per stare sempre dalla parte delle persone. Mentre dall’altra si assistono a tifoserie, narrazioni e totoscommesse sul prossimo vincitore. Perché, nel bene e nel male, c’è sempre chi perde e chi vince…
Tra i giurati presenti alla premiazione vi erano Gabriella Simoni (TG5), Guido Alferj (ex Messaggero), Toni Capuozzo (Mediaset) Simone Gambacorta (Odg Abruzzo). La direzione artistica del premio è stata affidata allo scrittore Peppe Millanta, fondatore della Scuola Macondo di Pescara, mentre l’organizzazione è stata interamente curata dall’agenzia di comunicazione Mirus. Erano presenti anche le istituzioni più importanti della Regione, il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’Assessore regionale alle Attività produttive Daniele D’Amario. A ringraziare sul palco e salutarci con appuntamento al prossimo anno il Presidente della Fondazione Antonio Russo, Michele Russo.