Il 26 Luglio di 10 anni fa a presiedere il Governo non c’era Mario Draghi ma Mario Monti, mentre a presiedere la Banca Centrale Europea non c’era la Lagarde ma Draghi. L’Italia e l’Europa soffrivano la crisi dei debiti sovrani, che si manifestava con interessi alti sulle nuove emissioni, il crollo del valore delle obbligazioni già emesse spread sempre più larghi tra i paesi europei etc. L’emergere delle difficoltà finanziarie stava creando divisioni soprattutto tra paesi periferici come Irlanda, Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e paesi centrali come Germania, Austria.. Queste divisioni stavano facendo immaginare nuove soluzioni, come un euro a più velocità o il ritorno alle valute nazionali che facevano infiammare ancora di più interessi e crisi.
Alla Global investment conference, il 26 Luglio 2012 Mario Draghi pronunciò tra le altre queste parole che avviarono verso una soluzione la crisi:
“But there is another message I want to tell you. Within our mandate, within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough”
Ovvero: “Ma c’è un altro messaggio che voglio darvi. Nei limiti del nostro mandato, nei limiti del nostro mandato, la Bce è pronta a fare qualunque cosa serva per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza”
Queste parole diedero una importante iniezione di fiducia e contribuirono a mitigare da subito la situazione europea. Sono intrise di significato.
There is another message I want to tell you
Di solito i mercati pesano già molto le parole dei governatori delle banche centrali, e non è necessario richiamare la loro attenzione.
Within our mandate
Ripetuto due volte. La Bce aveva e ha tuttora statuti molto stringenti che rendono impossibile finanziare e quindi difficile aiutare i paesi membri. Ma nessun paese “falco” avrebbe permesso la modifica degli statuti o avrebbe tollerato una loro violazione. Per questo era importante sottolineare che si sarebbero comunque rispettati i mandati.
the ECB is ready to do
Un conto è dire che la Banca centrale europea farà una determinata cosa, un conto che potrebbe farla, un conto che è pronta a farla.
Le intenzioni delle banche centrali vanno dosate bene perché da un lato potrebbero risultare profezie autoavveranti, dall’altra profezie poco credibili. Dire che la Banca centrale europea è pronta a fare si rivelò estremamente efficace.
Whatever it takes
Si può tradurre come qualunque cosa serva o costi quel che costi ma in ogni caso la locuzione rese chiara la forza del messaggio.
to preserve the euro.
Le divisioni tra paesi periferici e centrali stavano facendo immaginare nuove soluzioni, come un euro a più velocità o il ritorno alle valute nazionali. Il serpeggiare di queste “scappatoie” faceva infiammare ancora di più la crisi. Chiarire che non ci fossero piani B ma solo un piano A era importante.
And believe me, it will be enough”
E credetemi, risulterà sufficiente..
Queste parole sono solo parte di un discorso più ampio in cui Mario Draghi sottolineò l’importanza dell’euro e la sua irreversibilità. Il messaggio non poteva essere più chiaro. Non esiste nessun piano b, l’euro è irreversibile e quello che si farà sarà salvare l’euro, “whatever it takes”. Con quelle parole si è iniziata a mitigare la situazione nei mercati finanziari e a sciogliere la matassa della crisi dei debiti.
“In queste parole, prese tutte insieme, ci sono tutte e tre gli ingredienti principali perché la politica monetaria sia efficace: credibilità, trasparenza, indipendenza” è il commento di Alberto Graziani, phd in Economia monetaria internazionale presso il Mit.
A distanza di 10 anni l’euro ha altri problemi come l’inflazione verso la doppia cifra, la svalutazione rispetto al dollaro e una massa di debito ancora più grande.
La Lagarde riuscirà ad ottenere la stessa credibilità?